Sai che non te lo dico?
Non ti dirò che conquisterò il mondo.
Quel che capita,
Ecuador oppure Egitto:
io ascolto.
Mi mischio.
Pazienza se (non ricordo come si chiama) prova a scoparmi.
E voi non ridete.
La risata di scherno nasce
dall'invidia più profonda.
Io non ho paura ad aver paura.
Mi metto in gioco.
Spiaccico quattro parole in spagnolo
e so dire "va bene" in arabo.
Non lo faccio per menarmela
ma per sentirmi vivo.
Per crescere un sogno.
Lo stesso che millantate
e da cui fuggite:
il confronto.
Cosa perdo tempo a fare con voi?
E tu
devi solo ringraziare il tuo
Dio personale.
Nessuno è capace
quanto me
di farsi da parte
quando ce n'è bisogno.
E godo
di ecuadoregni
ed egiziani,
tunisini e filippini.
E tu,
nascosto nella tua ipocrisia,
non sei nient'altro
che il mio peggior nemico.
Non ti dirò niente
di tutto questo.
Mi hai già perso
nel momento
della tua decisione peggiore:
quella di mandarmi
a fanculo
infilandoti in quella merda
che si chiama
paura.
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