A volte mi diverto molto a ricercare una corrispondenza tra ciò che leggo e ciò che ascolto. Che sia un racconto, uno stralcio, una riflessione, una poesia, mi piace trovare una canzone che funzioni da colonna sonora del brano, come se a nostra insaputa i due (o più) autori si fossero messi d'accordo per creare un'opera unica lasciando a noi il piacere di ricomporla.
Cazzate racconti poesie riflessioni pensieri citazioni traduzioni trascrizioni video. Soprattutto cazzate.
sabato 23 giugno 2012
OST4Reading #1. Dylan Dog, 71, Il lungo addio + Queen, These are the days of our lives (Innuendo, 1990) - Traduzione
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mercoledì 20 giugno 2012
La breve storia di un piccolo suicidio.
Ignorava quali fossero i suoi problemi. In casa sembrava tutto così tranquillo.
Una vita regolare, quella del suo padrone, che non dimenticava mai di dargli da mangiare all'orario giusto nella quantità giusta. Gli cambiava l'acqua con una regolarità svizzera, severa e puntuale. E col passare del tempo gli aveva pure allargato l'acquario. Dalla semplice boccia era passato a questo rettangolo di un metro e mezzo d'altezza, lungo due e largo uno. E il piccolo Rosso gliene era grato. Certo qualche centimetro in meno di spazio in cambio di una compagna non gli sarebbe dispiaciuto, ma mica si può avere tutto. Ma forse un giorno il suo padrone lo avrebbe accontentato. Già. Forse.
Se lui non si fosse buttato, pietra al collo, dalla finestra del soggiorno nel fiume di sotto.
Rosso ignorava quali fossero i suoi problemi. In casa sembrava tutto così tranquillo.
Invece chissà cosa diavolo era successo nella vita di quell'uomo.
Poi in un attimo ebbe un'epifania. Quella casa, costruita e allargata nel corso delle settimane, era sempre vuota. Mai un amico, mai una donna. Il telefono sempre in silenzio. Il suo padrone come usciva, entrava, sorretto dalla stessa abulica faccia di chi altro non ha da fare se non prendersi cura del proprio pesciolino rosso. Davanti questa epifania Rosso si stupì molto della sua intuizione.
Ci pensò per un po'. Per circa una settimana.
Una vita regolare, quella del suo padrone, che non dimenticava mai di dargli da mangiare all'orario giusto nella quantità giusta. Gli cambiava l'acqua con una regolarità svizzera, severa e puntuale. E col passare del tempo gli aveva pure allargato l'acquario. Dalla semplice boccia era passato a questo rettangolo di un metro e mezzo d'altezza, lungo due e largo uno. E il piccolo Rosso gliene era grato. Certo qualche centimetro in meno di spazio in cambio di una compagna non gli sarebbe dispiaciuto, ma mica si può avere tutto. Ma forse un giorno il suo padrone lo avrebbe accontentato. Già. Forse.
Se lui non si fosse buttato, pietra al collo, dalla finestra del soggiorno nel fiume di sotto.
Rosso ignorava quali fossero i suoi problemi. In casa sembrava tutto così tranquillo.
Invece chissà cosa diavolo era successo nella vita di quell'uomo.
Poi in un attimo ebbe un'epifania. Quella casa, costruita e allargata nel corso delle settimane, era sempre vuota. Mai un amico, mai una donna. Il telefono sempre in silenzio. Il suo padrone come usciva, entrava, sorretto dalla stessa abulica faccia di chi altro non ha da fare se non prendersi cura del proprio pesciolino rosso. Davanti questa epifania Rosso si stupì molto della sua intuizione.
Ci pensò per un po'. Per circa una settimana.
Poi arrivarono i crampi per la fame.
Poi la solitudine. Accompagnata dalla frustrazione e dalla voglia di avere un padrone che badasse a lui. O perlomeno, l'obbligo da parte di qualcuno di gettarlo in quel fiume. Farne un pesce libero.
Rosso si rassegnò dopo una decina di giorni.
Infine optò per l'unica soluzione possibile.
Prese un palloncino e se lo annodò intorno al suo piccolo corpo.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare.
Poi la solitudine. Accompagnata dalla frustrazione e dalla voglia di avere un padrone che badasse a lui. O perlomeno, l'obbligo da parte di qualcuno di gettarlo in quel fiume. Farne un pesce libero.
Rosso si rassegnò dopo una decina di giorni.
Infine optò per l'unica soluzione possibile.
Prese un palloncino e se lo annodò intorno al suo piccolo corpo.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare.
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Cesare Cremonini, Il Comico (La teoria dei colori, 2012) - Testo
Il Comico
in una vita precedente
m'hanno chiesto "che sai fare?"
"So far ridere la gente",
menomale
che non ho fatto il militare.
Si, menomale,
sai che risate..
C'è chi non conosce Dante,
chi c'ha tutto da imparare,
chi è felice quando piange,
chi si veste da soldato a carnevale,
io mi nascondo tra la gente,
si, a carnevale non so che fare.
Tu vestita da bambina,
prigioniera, vuoi scappare
da una perfida regina
così seria da star male.
Non so dirti una parola,
non ho niente di speciale,
ma se ridi poi vuol dire
che una cosa la so fare
se mi lancio in un'aiuola,
casco e non mi faccio
male.
E l'occhio ride ma ti piange il cuore,
sei così bella ma vorresti morire,
sognavi di essere trovata
su una spiaggia di corallo una mattina
dal figlio di un pirata,
chissà perché ti sei svegliata..
Si rincorrono i ricordi
come cani nel cortile
e tu nemmeno te ne accorgi,
come un fesso vorrei farti innamorare,
no ti prego non andare,
se puoi rimani
fino a domani..
qui, vestita da bambina,
prigioniera, vuoi scappare
da una perfida regina,
col tuo principe immortale.
Non so dirti una parola
non ho niente di speciale,
ma se ridi poi vuol dire
che una cosa la so fare,
se mi lancio in un'aiuola,
casco e non mi faccio..
E l'occhio ride ma ti piange il cuore,
sei così bella ma vorresti morire,
sognavi di essere trovata
su una spiaggia di corallo una mattina
dal figlio di un pirata,
chissà perché ti sei svegliata..
E il mondo ride se mi piange il cuore,
sei così bella ma vorresti sparire
in mezzo a tutte queste facce
come se con te sparisse anche il dolore,
senza lasciare tracce.
E l'occhio ride ma ti piange il cuore.
Sognavi di essere trovata
su una spiaggia di corallo una mattina
dal figlio di un pirata,
chissà perché ti sei svegliata..
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sabato 9 giugno 2012
Rapida riflessione sulla necessità dello studio della tecnica
Diciamo che mi sono rotto il cazzo di quelli che fanno i capricci. Di quelli che promettono ma non si azzardano nemmeno a provarci. Diciamo che mi sono rotto il cazzo di quelli che non mi capiscono. Diciamo che mi sono rotto il cazzo di quelli che provano invidia e si credono dei padreterni solo per assecondare il proprio orgoglio.
Senza studiare non si va da nessuna parte. I geni studiano. I talenti puri studiano.
Non sono sufficienti wikipedia e forum di nerd su internet a farsi una cultura.
Non puoi costruire una storia se non vivi. Verissimo. L'esperienza diretta è la fonte necessaria all'allargamento dell'immaginazione. Ma questa non basta se non si apprende la tecnica. Se non c'è un intreccio, se non si sa cosa vuol dire fabula, plot, sub-plot, incipit, excipit non si va da nessuna parte. Ed è fondamentale una cultura, che serva a proteggere ed espandere le proprie intuizioni. Cultura generale da un lato e cultura specializzata dall'altro. Perché, ad esempio, come scrive Fabrizio Bozzetti, conoscere Bacon aiuta a capire il cinema di Lynch. E io ho capito che conoscere Kieslowski (autore - scoperto troppo tardi - secondo me da insegnare dalle scuole superiori in filosofia e letteratura) aiuta a comprendere meglio il finale di Donnie Darko. Conoscere Carver facilita la visione dei film di Altman (non solo con America Oggi). Conoscere Sergio Leone e Kurosawa facilita l'analisi dei rimandi di Tarantino.
Che poi cazzo è proprio semplice. Un "umile" calzolaio, senza studio, senza l'esperienza, senza la pratica, non ti farà mai un ottimo lavoro.
Puntare a fare qualcosa di straordinario è totalmente all'opposto di compiere il compitino.
Senza studiare non si va da nessuna parte. I geni studiano. I talenti puri studiano.
Non sono sufficienti wikipedia e forum di nerd su internet a farsi una cultura.
Non puoi costruire una storia se non vivi. Verissimo. L'esperienza diretta è la fonte necessaria all'allargamento dell'immaginazione. Ma questa non basta se non si apprende la tecnica. Se non c'è un intreccio, se non si sa cosa vuol dire fabula, plot, sub-plot, incipit, excipit non si va da nessuna parte. Ed è fondamentale una cultura, che serva a proteggere ed espandere le proprie intuizioni. Cultura generale da un lato e cultura specializzata dall'altro. Perché, ad esempio, come scrive Fabrizio Bozzetti, conoscere Bacon aiuta a capire il cinema di Lynch. E io ho capito che conoscere Kieslowski (autore - scoperto troppo tardi - secondo me da insegnare dalle scuole superiori in filosofia e letteratura) aiuta a comprendere meglio il finale di Donnie Darko. Conoscere Carver facilita la visione dei film di Altman (non solo con America Oggi). Conoscere Sergio Leone e Kurosawa facilita l'analisi dei rimandi di Tarantino.
Che poi cazzo è proprio semplice. Un "umile" calzolaio, senza studio, senza l'esperienza, senza la pratica, non ti farà mai un ottimo lavoro.
Puntare a fare qualcosa di straordinario è totalmente all'opposto di compiere il compitino.
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domenica 3 giugno 2012
Must see #7. Tom Lowe, TimeScapes (trailer of first film in 4k)
Primo film venduto in 4k (4096x1440!), è stato diretto dal miglior fotografo astronomico dell'anno Tom Lowe.
E' stato girato con un 4k Red Mx e una Canon 5.6k 5D Mark II.
Di per sè, il trailer è una bomba. Appena ho la possibilità lo scarico (legalmente dal sito).
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sabato 2 giugno 2012
Riflessione di un paranoico ancorato al proprio inconscio
A volte più che le persone sono i luoghi a lasciare i ricordi più nostalgici.
E' per questo che chiedo alla Lacuna Inc. di creare un dispositivo che permetta alle persone di cancellare dalla propria memoria determinati luoghi a propria scelta. Così da poter imbattersi in strade senza l'istinto di tornare a quell'abbraccio, a quella litigata, a quello sguardo. Marciapiedi, vicoli, palazzi, interi quartieri, città, autostrade devono potersi liberare della nostalgia investiti dal nostro inconscio, sempre ubriaco alla guida.
Libertà che comporterebbe la nostra libertà.
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