domenica 20 ottobre 2013

"Storia di una storia della settimana scorsa che non era ancora finita". Capitolo I. What does the fox say?

Comincio oggi la mia nuova follia. Una serie di racconti, legati uno all'altro, scritti per quanto possibile di getto. Riempio il tutto (amo rubare agli altri) con una valanga di citazioni che vi sfido (a voi due) di cogliere. Se azzeccate e vivete o passate da Milano vi offro una birra. Buon divertimento.



"Storia di una storia della settimana scorsa 
che non era ancora finita". 
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Capitolo I. What does the fox say?

Ash non era il tipo che si arrendeva facilmente. Così raccontavano di lui. C'era chi l'aveva visto insistere con un controllore per una grazia su un biglietto non obliterato. C'era chi l'aveva visto inseguire l'amore della sua vita per almeno vent'anni. Altri lo ricordavano deciso a cambiare le previsioni dell'oroscopo del giorno. Anche se queste erano buone e positive. Quando lesse che grazie a Saturno il suo piano stava finalmente prendendo forma, pur non avendone manco mezzo, ne progettò uno e lo mandò all'aria nel giro di un pomeriggio. Quando si accorse che quel piano era riuscito si creò uno strano paradosso. A quel punto, per vendetta, tolse Saturno dai libri di astronomia che aveva in casa (uno ma voluminoso) lasciando solo gli anelli. Fu una giornata trionfale e si premiò andando a dormire presto, come aveva fatto negli ultimi anni.
Insomma: Ash era un tipo tenace e caparbio.
E delle cose che ho finora elencato, sicuramente (odio gli avverbi ma a volte vanno messi) volete saperne di più di quell'amore ventennale citato poco qui sopra. Già vi vedo (voi due - e vi sono grato per essere così numerosi) a chiedervi: "Alla fine ce l'ha fatta?", "Ma sta parlando di una donna, vero?", "Come mai proprio venti anni?", "What does the fox say?", "Come ci sono finito su questo racconto?", "Quando cominci a dire parolacce e bestialità assortite che sono la tua vera forza e l'unico motivo per cui ti leggo?".
Assecondo subito gli aficionados: porcaccia la puttana eva ladra e troia dovete morire tutti.
Mal comune mezzo Guido si dice dalle mie parti.
Dicevo però di Ash e dell'amore della sua vita, rincorso per venti anni. La sua storia mi ricorda quella di Dust, che però per vent'anni rincorse  la morte. Aveva praticamente imparato tutto il possibile e l'unico mistero che gli era rimasto era la fine. Solo che per conoscerla e svelarla doveva rimanere vivo. Insomma, un cazzo di casino. Alla fine - in senso lato - optò per un'attesa patetica ma onorevole, riempita di sagre di paese e scappatelle fugaci con giovani promesse della musica barocca.
Però su Dust ci tornerò prossimamente. Ora il protagonista di questa storia è Ash. Nome e cognome non sono dati a saperlo, ma fidatevi che il nome è già figo così. Immaginatevelo. Viso egiziano, capelli lunghi lisci, neri come la notte che credete sia blu e in realtà è nera, a volte raccolti altre volte no. Occhi di chi conosce l'altro lato delle cose ma non lo dà a sapere. Un naso sottile disegnato a china. E lì sotto due morbidi strati di labbra circondati da una leggera spolverata di barba. Alcuni lo chiamavano "L'Indiano", altri "L'Asiatico". Quell'egoista del Gianni lo chiamava solo quando ne aveva bisogno. Io lo chiamerò per sempre Ash. E vi dico che di questo personaggio mi sono già innamorato, quindi tranquilli: non lo ucciderò. Al massimo andrà nella casa popolare dentro la mia testa dove vivono altri protagonisti, altri antagonisti, altri eroi, altre nemesi, altri figli di puttana, altre troie, altri miti, altri diavoli che ho finora immaginato, a volte descritto, altre accennato, molte posseduto. A volte credo di avere dei forti problemi di creatività, ma credo si tratti perlopiù di voglia e di continuità. Ma di questo ve ne parlerò un'altra volta perché non ho un cazzo di voglia di farlo ora.
Ash non era uno di quelli che si buttava nelle risse. Preferiva sparire e lasciar fare agli altri. Una cazzo di persona sensata, per quel che mi riguarda (ravviso che di quell'amore di vent'anni non so quando ne parlerò perché sto scrivendo di getto e mi sto divertendo a fare di testa mia). Lo faceva solo se c'era in ballo lei (ah: cambio idea con la stessa frequenza di un uomo infatuato, timido e molto sciocco - cosa che in realtà sono e molto probabilmente è anche Ash) (ci sono alcuni che dicono che le parentesi siano in realtà la parte portante di una frase, o periodo. Credo siano gli stessi che scrivono nei propri blog cose tipo "...sento la tua anima abbindolare il mio essere leggero...", "l'amore è una cosa bella ed è un peccato che a un certo punto finisca", "...sento l'odore del tuo colore..." - e lasciate in pace ste cazzo di sinestesie che tanto quella morettina non ve la scopate, fatevene una ragione e cominciate a risparmiare soldi per comprarvi una coreana o lituana). A volte, pur di dimostrarsi quanto era innamorato, dopo qualche giornata più dura del solito, si inventava che quella mezza sega a digiuno di palestra - quindi non quel mastino di 1 metro e 90 - seduta al bancone del bar a bere un insensato succo di mirtilli avesse messo gli occhi su di lei.
E adesso ho un sonno arretrato di un paio settimane scorse. Potrei concludere questo primo capitolo con un colpo di pistola, ma finora non era mai apparsa e non mi piace molto stupire per forza con un colpo di scena, che poi risulta forzato, incoerente, alla cazzo di cane. Vi basti sapere che ho appena cominciato e probabile scriverò almeno un altro paio di capitali. A cadenza piuttosto regolare. Quando capita.
Ci vediamo più tardi.  Magari no. Magari forse. Magari vaffanculo. Io quelli come alcuni di voi li tratto come i funghi. Non gli do niente e li tengo all'oscuro.
   

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