La mia vita cominciò a stare male.
Lo cercai a lungo. Venni rinchiuso, mi presero per pazzo.
"Non potete ingabbiarmi, non sono un uccellino"
Trascorsi lì dentro alcuni dei miei anni migliori,
quelli che non si perdono nell'attesa che arrivi
qualcosa di più grande di noi. Non la morte,
sia chiaro: la sua comprensione.
"Ok, ma fatemi sentire libero in qualche maniera"
e mi diedero una lavagna con un paio di gessetti.
Mi portarono il cancellino dopo la quarta
lavanda gastrica.
Non ero pazzo. Avevo solo dimenticato una cosa
che gli altri conoscevano benissimo.
"Ma come? Tu hai dimenticato cos'hai mangiato
l'altro ieri e non ti sbattono qui nella mia gabbia?".
Nessuno di loro mi rispondeva, preso com'era
dalla sua bastarda presunzione di sentirsi migliore di me.
Quando mi rilasciarono là fuori trovai un mondo
uguale a prima, solo più...invecchiato.
No. Consumato.
Meglio. Ingiallito.
E la mia vita stava finalmente bene.
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