giovedì 5 gennaio 2012

Nine Inch Nails, Hurt (The Downward Spiral, 1994) - Traduzione

Ripresa in maniera maestosa da Johnny Cash (inclusa nell'album American IV: The Man Comes Around, 2002), Hurt è la canzone che chiude The Downward Spiral, concept album (1994) sull'assoggettamento dell'individuo al sistema che lanciò Trent Reznor e i suoi Nine Inch Nails nel mito dell'industrial e alternative metal (a detti di molti è l'album capolavoro della band di Cleveland). Il brano è costituito dalle ultime parole del protagonista dell'album dopo il suicidio commesso nella precedente canzone (The Downward Spiral). Ciò che se ne ricava, oltre a una riflessione sulla differenza tra la società e l'auto infliggersi sofferenza, è l'amara constatazione di un niente totale, quasi echeggiante il dolore e la solitudine provati durante la propria vita intrisa di nichilismo e sottomissione.

Come detto all'inizio Johnny Cash ha "coverizzato" Hurt facendone una versione (la più famosa dopo quella di David Bowie) ancora più struggente, grazie alla sua chitarra e alla sua voce profonda, accompagnata da un video altrettanto triste velato di nostalgia in cui possiamo veder scorrere immagini della sua vita e dell'amatissima moglie, June Carter. American IV: The Man Comes Around è l'ultimo album di Cash che, nato il 26 febbraio 1932, muore il 12 settembre 2003, a distanza di pochi mesi (15 maggio 2003) dalla morte dell'amatissima moglie (nata il 23 giugno 1929).

Bando alle ciance questa la traduzione.
In fondo, come sempre, i video.



Hurt

Oggi mi sono ferito da solo,
per vedere se sono ancora in grado di sentire (nel senso di provare).
Mi sono concentrato sul dolore,
la sola cosa reale.

L'ago squarcia un buco,
la vecchia familiare puntura,
che cerca di uccidere ogni cosa,
ma io ricordo tutto.

Cosa sono diventato?
Mio dolcissimo amico,
Tutti quelli che conosco
sono andati via alla fine.
E potresti avere tutto,
il mio impero di fango,
Ti abbandonerò,
ti farò star male.

Ho portato questa corona di merda ("spine" nella versione di Cash),
sulla mia sedia da bugiardo,
pieno di pensieri interrotti,
che non posso riparare.

Sotto le macchie del tempo,
i sentimenti spariscono.
Tu sei qualcun altro,
Sono ancora qui.


Cosa sono diventato?
Mio dolcissimo amico,
Tutti quelli che conosco
sono andati via alla fine.
E potresti avere tutto,
il mio impero di fango,
Ti abbandonerò,
ti farò star male.

Se potessi ricominciare,
a un milione di miglia da qui,
mi controllerei,
troverei un modo.




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