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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

U2, Sunday Bloody Sunday (War, 1983) - Traduzione

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Son passati esattamente 40 anni da quando, a Derry (Irlanda del Nord), nel pieno della guerriglia tra unionist e nationalist , l'esercito inglese (1° Battaglione Reggimento Paracadutisti) fece fuoco sotto gli occhi del mondo e della stampa su un corteo per i diritti civili uccidendo 13 persone e ferendone altre 13 (una morì quattro mesi dopo in conseguenza alle ferite riportate), tutte disarmate, come del resto la quasi totalità dei partecipanti alla manifestazione. Come non fosse bastata la prima Domenica di sangue (21 novembre 1920), l'Irlanda del Nord diventa di nuovo teatro di drammatici eventi, cosa che poi si ripeterà l'8 novembre del 1987. Trent'anni fa, da un palco di Belfast, durante il pre-tour del nuovo album War (1983), Bono Vox urla al pubblico che lui e gli U2 stanno per cantare una nuova canzone e che se al pubblico non piacerà non la ripeteranno mai più. Il gruppo irlandese esegue Sunday Bloody Sunday, canzone piena di rabbia contro quello che accad...

Francesco Guccini, Auschwitz (Folk Beat N.1, 1967, già 1964) - Testo

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Scritta nel novembre 1964 dopo aver ascoltato The Freewheelin' Bob Dylan (Bob Dylan, 1963) [...fu uno sconvolgimento senza precedenti, sia formale che culturale... - Massimo Cotto, Un altro giorno è andato: Francesco Guccini si racconta, 1999, p.59],  La canzone del bambino nel vento,  Auschwitz   è una delle canzoni più famose di Guccini. Tra le poche nel panorama italiana di un certo spessore semantico ed evocativo a raccontare dell'Olocausto, è tuttavia nelle intenzioni del cantante un manifesto (all'epoca in pieno rock contestante) estendibile alle guerre e alle atrocità connesse in generale. [...] Guccini non si limita alla condanna del nazismo ma allarga la sua condanna a ogni guerra e allude probabilmente al dramma della guerra in Vietnam, allora in corso. [...] (Paolo Jachia, Francesco Guccini. 40 anni di storie, romanzi, canzoni, 2002, p. 25) A volerci far caso, possiamo notare una somiglianza metaforica con Blowin' in the wind (dall'...

Primo Levi, Se questo è un uomo

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Se questo è un uomo.

Rino Gaetano, Ma il cielo è sempre più blu (1975) - Testo.

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Scritta e pubblicata nel 1975 Ma il cielo è sempre più blu è una delle canzoni più belle e famose di Rino Gaetano, irriverente Artista (doverosa la A maiuscola) di Crotone ma romano d'adozione che con le sue canzoni divertenti e profonde, buffe e intonate, ha lasciato il segno nella storia della canzone d'autore italiana. Personaggio istrionico, mai controverso ma semplicemente Vero, Rino è speciale e unico perché è riuscito dove pochi altri riescono: farsi rimpiangere anche da chi non l'ha mai conosciuto. La sua voce e il suo carisma sono sopravvissuti a quel maledetto incidente che ce l'hanno portato via il 2 giugno 1981 a soli trent'anni. Ma il cielo è sempre più blu è la canzone che lo lancia, dopo un primo album Ingresso Libero (1974) passato in sordina, verso il meritato successo. Allego quindi il testo, quello originale, quello di 8 minuti e 43 secondi. Infatti il singolo, che venne venduto in oltre 100.000 copie, venne diviso in due parti, una per ...

Riflessione sullo stalking goliardico occasionale di gruppo. Quando le coppie si mettono a nudo e non se ne capisce il motivo.

Il seguente post-riflessione non lo possono leggere: - Scambisti. - Esibizionisti convinti. - Falsi moralisti. - Gente equivocante per vocazione. - Appassionati di reality e affini. - Leghisti. - Berlusconiani. - Fascisti. - Vittorio Sgarbi. - Chi vota Scilipoti. - Gente che non solo non condivide (che ci può stare), che non solo non capisce il mio tono sì serio ma comunque spensierato e ironico (e vabbè può succedere), ma poi mi viene anche a rompere i coglioni dandomi del bigotto, sessista, buonista, e/oppure "tipo all'antica" (questa è la migliore).

Indagine su due cittadini al di sotto di ogni sospetto. Una storia verosimile. Seconda parte di un racconto sperimentaloide.

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(PRIMO GIORNO) SECONDO GIORNO Fuori non è nemmeno l'alba ma di dormire neanche l'ombra. Mi alzo, vado al cesso, sbrigo un po' di cose. Nessun messaggio sul cellulare, nessuna mail in posta. Infilo la tuta, il parco è qua vicino. Mezzo litro di succo di frutta, un po' di pane e cioccolato e vado. Chi mi dice che magari non becco qualcuno per fare qualche domanda? Angelo, salutista, 27 anni che sembrano 30. Disoccupato. - Da quando ho perso il lavoro, sei mesi fa, vengo a correre ogni mattina. Facevo il meccanico, nell'officina dell'Amleto. Poi però il poveretto ha avuto in infarto, solo settant'anni. Io ho provato a mandarla avanti per un po', poi però i debiti erano troppi, mica me n'ero accorto subito. Porcaccia. Adesso sono 6 mesi che sono a casa, un inferno, guardi. Non è che per caso da voi cercano qualcuno? Imparo in fretta. In mezzora è l'unico che incontro. Sono abbastanza sudato e fresco per andare a casa, lavarmi, farmi...

Greenday, Good Riddance (Time of Your Life) (Nimrod, 1997) - Traduzione

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Scritta nel 1994 ma pubblicata solo nel 1997 ( Nimrod ), Good Riddance è la ballad più famosa dei Green Day (forse degli interi anni '90), ancora oggi citata tra le loro migliori composizioni (per contenuti e forma). Ciò che se ne ricava è un invito alla persona con cui si è appena concluso un rapporto (in questo caso d'amore) a godersi i momenti migliori della propria vita, quelli passati e quelli futuri, attraverso "ricordi da tatuarsi" ed eventuali difficoltà, come "i bivi", che si possono incrociare durante la propria vita. Sull'interpretazione non c'è molto da scrivere. Il testo è forte e chiaro. Le parole sono ben misurate e nel complesso esaltano senza alcun difetto il messaggio di fondo della canzone, supportate come sono dalla chitarra acustica di Billie Joe Armstrong e gli archi presenti dal primo ritornello in poi. Se però c'è un punto su cui molti ancora dibattono a proposito di questa canzone è l'origine. Di leggende s...

Toccata e fuga. La masturbazione ai tempi dell'amore.

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Immagine di Misconception Photography. http://www.flickr.com/photos/alyzam6/4862005604/ Stop. Rewind. Slow motion. Pause. Play. Slow motion. Replay. Replay. Pause. Indurimento. Alzarsi. Cucina. Frigorifero. Birra. Ancora una. Tornare in soggiorno. Comprare i biglietti? Partire domani stesso? Sedersi. Rimanere immobili. Bere. Bere. Bere. Fumare.

Beck, Loser (Mellow Gold, 1994) - Traduzione

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Pubblicata nel 1994 nell'album Mellow Gold , Loser è una delle canzoni più famose di Beck sul cui significato ancora oggi molti tentano di orientarsi. A respingere qualsivoglia ricercatezza di senso è lo stesso Beck che in molte interviste ammette candidamente che il pezzo non è altro che il frutto di un gioco, un'improvvisazione, la prova malriuscita di rappare come mostri sacri del genere come Chuck D dei Public Enemy's. Il " loser " della canzone è infatti lui stesso che durante i tentativi si accorge quanto "faccia schifo" a tessere un rap degno di nota invitando quindi scherzosamente l'interlocutore a farlo fuori. Venne registrata in sei ore e mezza (e un paio di piccoli sessioni nel giro di pochi mesi) a casa di Carl Stephenson (produttore presso la Rap-A-Lot Records ), a cui Beck era stato presentato da Tom Rothrock (produttore dell'etichetta Bong Load ). Fu proprio Stephenson a spronare la produzione del pezzo, catturato da quel rap...

Indagine su due cittadini al di sotto di ogni sospetto. Una storia verosimile. Prima parte di un racconto sperimentaloide.

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PRIMO GIORNO Bruno, il panettiere che sta all'angolo. - Non saprei dirle. I ragazzi che fanno il turno del mattino me ne hanno accennato ogni tanto, ma in fin dei conti a me non frega chissà cosa. E poi son troppo preso dalle mie cose per badare a due tizi che continuano a rincorrersi. Ho un negozio da mandare avanti, un mutuo, una ex moglie e le rate della macchina. Figuriamoci se ho il tempo per stargli dietro. Guarda qua, michette appena sfornate. Senti che profumo. Sandra, la sciura settantenne sempre in pelliccia. - Non se ne può più. E poi secondo me son dei drogati. Sì. Ormai questi giovani non pensano altro che a drogarsi. Si trovassero un lavoro, dico io. I nipoti di mia sorella, quelli sì che hanno la testa sulle spalle. Uno è negli Stati Uniti, fa delle cose strane, difficilissime, con i computer. L'altro ha aperto un bar su in montagna. A questi qui che girano da queste parti un calcio in culo gli darei, sì.

Francis Ford Coppola, Apocalypse Now (1979) - Monologo del Colonnello Kurtz sull'orrore.

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Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola rientra a pieno titolo nella lista di quei film che hanno lasciato il segno non solo nel cinema ma anche nell'immaginario collettivo. Quella che molti ignorano è la storia dietro alla produzione del film, durata un anno e mezzo nelle Filippine, che vide staff e attori vivere una sorta di Odissea tra tifoni che spazzarono set da 300.000 dollari e i tentati suicidi del regista sull'orlo della depressione per il terrore di non poter finire la sua opera. Non solo. L'arrivo di Marlon Brando ubriaco e sovrappeso di quaranta chili, l'infarto di Martin Sheen che rallentò le riprese, le continue dispute col governo del Dittatore Marcos sono solo alcune delle difficoltà incontrate durante la produzione (budget speso 30 milioni di dollari a fronte dei previsti 12-15). Quasi tutto è stato narrato nel documentario del 1990 " Hearts of Darkness: A Filmmaker's Apocalypse " (in italiano "Viaggio all'inferno...

Nine Inch Nails, Hurt (The Downward Spiral, 1994) - Traduzione

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Ripresa in maniera maestosa da Johnny Cash (inclusa nell'album American IV: The Man Comes Around, 2002 ), Hurt è la canzone che chiude The Downward Spiral , concept album (1994) sull'assoggettamento dell'individuo al sistema che lanciò Trent Reznor e i suoi Nine Inch Nails nel mito dell' industrial e alternative metal (a detti di molti è l'album capolavoro della band di Cleveland). Il brano è costituito dalle ultime parole del protagonista dell'album dopo il suicidio commesso nella pr ecedente canzone ( The Downward Spiral ). Ciò che se ne ricava, oltre a una riflessione sulla differenza tra la società e l'auto infliggersi sofferenza, è l'amara constatazione di un niente totale, quasi echeggiante il dolore e la solitudine provati durante la propria vita intrisa di nichilismo e sottomissione. Come detto all'inizio Johnny Cash ha "coverizzato" Hurt facendone una versione (la più famosa dopo quella di David Bowie ) ancora più strugg...

Bruce Springsteen - Streets Of Philadelphia (Philadelphia Soundtrack, 1993) - Traduzione

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Streets of Philadelphia è la colonna sonora di Philadelphia , film diretto da Jonathan Demme (1993) con protagonisti Tom Hanks (premio Oscar per la miglior interpretazione da attore protagonista, evento che si ripeterà l'anno dopo grazie a Forrest Gump) e Denzel Washington . Fu proprio il regista che contattò Springsteen , che scrisse la canzone alla fine del suo Other Band Tour , il cui video fu proprio girato dallo stesso Demme. Batteria e sintetizzatore, poi intervengono dei piccoli cori sempre di Bruce, bastano e avanzano per una canzone che funziona da perfetta cerniera a un film a cui sono particolarmente affezionato, di cui si può sentire vicino e in lontananza il tema, l'AIDS. Il video della canzone ritrae Bruce camminare per le strade di Philadelphia, appunto, che comincia la sua passeggiata in una desolata e malridotta periferia fino ad arrivare, di sera, sulla riva del Delaware, con il Benjamin Franklin Bridge sullo sfondo. Curiosità: la traccia vocale del video...