Fred e l'unica birra di stasera. Parte 2
E pensare che Fred voleva solo essere ubriaco e magari scrivere qualcosa, per esempio tutto quello che gli è appena successo. Poi metterlo online, aspettare feedback dagli unici due amici che leggono quello che scrive, ma questa volta lo fanno tutti e nel giro di sei mesi BADABUM la fama, la ricchezza, il sole, il mare e il vento, Grammy Award, un cameo nei Simpson e un maggiordomo di nome Wilfred.
- Gradisce dell'altra carne di Dodo in pericolo di nuova estinzione, Signore?
- No, Wilfred, non mi disturbare mentre scrivo la nuova sceneggiatura per Nolan e sono osservato lussoriosamente da mia moglie.
- Natalie o Emma, Signore?
- Sai sempre come strapparmi un sorriso, Wilfred.
- La ringrazio, Signore. A proposito, le ricordo che Emma torna stasera dopo un mese di astinenza, dirò a Natalie di non stancarla troppo prima di cena.
- Grazie mille, Wilfred.
- Di niente, Signore. Torno a fare a pezzi l'ultimo uomo etero che era rimasto sulla terra. Per qualsiasi cosa mi faccia un fischio.
Inizia il secondo tempo e il calcio d'inizio, Fred, lo sente dritto sulle palle della sua pazienza. Le scale per arrivare lassù sono un continuo via vai, un flusso costante, qualcosa vicino al ritmo sinuoso che il vento può soffiare sulle dune del deserto (questa similitudine non è venuta benissimo, ma è colpa dell'indie calcuttiano che Dio lo fulmini al prossimo aggettivo). Bizzarro quanta cazzo di gente possa fare su e giù da un soppalchetto in una birreria. Fred comincia a pensare che forse è il caso di mollare la presa, scolarsi la birra in piedi e filare a casa, non fosse che gli scappa da pisciare. Fred va al bagno ma c'è fila. Tipo venti persone. Nulla di cui stupirsi, considerato quanta cazzo di gente ha deciso di uscire proprio stasera. E' il momento ideale per scrivere qualcosa, d'impulso. Fred prende il cellulare e scrive in pochi minuti il racconto di quello che gli è successo fino all'intervallo, lo intitola e lo invia ad alcuni amici.
Gli tornano due complimenti e una critica. Tutto dall'unico amico che si è preso la briga di leggere in 3 minuti il suo testo del cazzo. Chi se ne frega dei complimenti, impossibile reagire, pensa Fred. Godiamoci la critica come un serpente nelle mutande (metafora migliore della similitudine precedente, è sufficiente non farsi distrarre dalla musica di merda in sottofondo, che Dio fulmini le ragazzine dietro al bancone a secco di vera poesia).
"Scrittura poco fluida", gli ha scritto il suo amico.
Fred accetta il parere e si uccide.
FINE.
Non è vero. Fred accetta il parere, più o meno, e, più o meno, muore dentro. Perché il suo amico ha ragione. La scrittura di Fred è poco fluida. Mica come il continuo via vai sulle scale del locale più frequentato al mondo. La scrittura di Fred è la coda per andare al bagno del locale più frequentato al mondo. Ora mancano meno di dieci persone, ma non importa. Quelle persone sono parole, la coda è una frase di Fred e tutto questo sta finendo dentro un cesso.
Sarebbe tutto un meraviglioso disastro finalizzato a confermare l'antica regola che la vita è una merda, non fosse che sta situazione sta finendo anche peggio di com'era cominciata. Tra le persone in fila c'è una donna di una bellezza quasi centralizzante, come se le pulsioni conosciute, e non, facessero capo a questa apparente sconosciuta in cambio del senso della propria esistenza. E questa Dea elettrica del sesso sperato sta ascoltando attentamente questo tipo appartenente alla razza dei Banali Eterni.
- Cioè, eh eh, capisci che le relazioni come le intendiamo noi, noi eh, non possono essere quelle dei nostri genitori, cioè le donne ormai non sono come le nostre mamme, per sempre con lo stesso uomo eccetera. Oggi voi siete libere di fare quello che volete con chi volete, come...
Il mio tempo per una pistola, pensa Fred.
- ...come è giusto che sia, per voi donne intendo.
Bang. Bang. Ra-ta-ta-ta-taaaaaa. AAAAAAAAAAAH! Bang, bang, bang, muori solito figlio di puttana dagli occhi azzurri, bello e utile come un calzino di marca e capace di ragionare come un calzino di marca.
Oddio, finalmente un vero uomo, dice quella ragazza.
FINE.
Non è vero. Fred è costretto a tenersi il proprio tempo, nessuna pistola in cambio. E lei cosa sta per dire? Lei non parla, osserva questo tizio come un mocio guarderebbe un pavimento sporco. Che schifo, ma devo darti comunque una ripassata. Fred guarda bene questo tipo e qualcosa gli dice che non è la prima volta che lo vede. Intanto la fila diminuisce. Manca poco.
La fluidità, pensa Fred.
E la vescica sta per scoppiargli.
E prima di lui ci sono proprio questo tipo e questa Dea.
Che rottura di coglioni.
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