Scrivi, qualsiasi cosa sia, scrivi. Qualsiasi cosa possa essere. O debba essere.
Se ti piace farlo, scrivi. Se quando lo fai trascorrono le ore e non te sei accorto e non provi alcun rimpianto per non aver fatto altro, continua a farlo.
Che sia una storia, una poesia, una storia che diventa poesia, una poesia che diventa storia, scrivila.
Una sceneggiatura, un copione, un monologo teatrale, un dialogo, l'idea per un fumetto, per un piccolo video con gli amici, un qualsiasi cosa che nasce come uno dei precedenti e diventa un altro e intanto si è trasformato dalle due al migliaio di volte, scrivi.
Anche se poi la lasci a metà, anche se dopo una riga non hai più idee o voglia, scrivila.
Io non sono uno di quelli che ti dice che fino a quando non hai sia inizio che fine di una storia non vada scritta. No. Perché quello che hai scritto potrebbe servirti da un'altra parte. Oppure potresti incappare in una giornata migliore, una di quelle che ti fa venir voglia di continuare. Oppure potresti avere avuta la giornata talmente storta da sentire il desiderio di cambiarla del tutto. Idee dopo idee, puoi metterne quante ne vuoi, aggiungi la variabile del tempo, ma quello che ne verrà fuori è pur sempre un'idea.
Da poter rileggere, riscrivere, cancellare, ricominciare, abbandonare, riprendere.
Non fartelo vietare da nessuno. Non farti scoraggiare dal farlo da nessuno.
E se il tuo sogno è far leggere agli altri quello che hai scritto. Oppure fargliela vedere. Per i tuoi cazzo di motivi.