Prima o poi lo svuoto, giuro

Non fosse che non fosse, probabilmente sarebbe.
Una nuvola, vagabonda,
un po' reale, un po' zotica,
colma d'ovatta bagnata, pesante,
gira incurante sui pensieri grigi della città.
Il frigo è vuoto, ma non mi importa un granchè.
Del resto, non ho nemmeno fame.
Ne avessi, la ricaccerei a sberle nello stomaco.
Più che violenza, un passatempo un po' del cazzo.
E poi la cucina è al piano di sotto,
troppi gradini, troppi passi,
e sono ancora sbronzo.
La stanza mi prende a sberle da un paio di giorni,
si è rotta di avermi tra le pareti,
sporco, mezzo nudo, gli occhi rossi.
L'uomo che non presenteresti all'amica.
Di cui non diresti nemmeno "E' simpatico".
Sul materasso appiccicoso,
io appiccicato e mezzo appiccicoso,
guardo la finestra.
Oltre, c'è la nuvola, mai rassicurante,
quasi polverosa.
Lì sotto, il posacenere.
Il posacenere che è pieno di te.

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