lunedì 18 novembre 2013

"Storia di una storia della settimana scorsa che non era ancora finita". Capitolo VIII. La superstizione del piccione.

Disclaimer: questo romanzo è scritto di getto e lo scrivo quando ne ho voglia. La storia, proprio per la sua natura casuale, attraversa generi e linguaggi diversi, senza alcuna pretesa di sensatezza. Non vi rimane che leggere e, quando/quanto possibile, divertirvi. Voster Guido Ingenito.
"Storia di una storia della settimana scorsa 
che non era ancora finita". 
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Capitolo VIII. La superstizione del piccione.

Quando Ash tornò a casa ero partito io. Avevo voglia di lasciarmi perdere. Poi cambiai idea e decisi che avevo voglia di lasciarmi prendere. Da cosa non l'avevo ancora capito, ma lì fuori avevo un'ampia scelta, l'avevo sempre saputo.
Lasciai un biglietto con scritto che sarei tornato sabato, ma per un errore di battitura tornai subito. Il tempo di disfare le valige e andammo insieme a fare una gita al parco, che, in fin dei conti, non avevamo chissà che cazzo da fare, soprattutto perché i nuovi proiettili per Ash sarebbero arrivati in una settimana. E visto che avevo voglia di lasciarmi prendere, mi feci prendere.
Prendemmo posto alla prima panchina libera, soli, ma abbastanza fighi da sembrare gente che potesse valere (o volere? Non ricordo bene) qualcosa. In silenzio rimirammo la sensatezza del silenzio. Tre ore di sublime mutismo, eravamo gli educati spettatori di un teatro chiamato mondo dove in scena c'era uno spettacolo chiamato vita. Tutto proseguiva per il meglio quando intervenne il classico colpo di scena.
Un piccione si stava avvicinando alla nostra panchina.
Ash ne rimase subito rapito, dimenticò il mondo, dimenticò la vita, e più lo guardava e più mi sembrava di vedere un ostaggio in preda alla Sindrome di Stoccolma. Mi chiese se sapessi come diavolo facevano a non avere mal di testa quegli affari e prima di sentire risposta (che tanto non avevo) si alzò e cominciò a seguirlo, tutto rannicchiato sulle ginocchia, le braccia a simulare un paio di ali e la testa avanti e indietro senza soluzione di continuità. Non capivo. Cosa cazzo stava succedendo? Ash aveva perso il senno una volta per tutte? Stavo sognando tutto? Era lui che stava sognando? Era cominciata un'invasione di piccioni ipnotici? Che fine ha fatto Carmen San Diego? What does the fox say? (non è la prima volta che pongo quest'ultima domanda e so già che non avrò mai risposta).
Mi alzai e cominciai a seguire il mio amico in preda a un pedinamento fuori da ogni logica, ma comunque irrefrenabile. Provate quindi a immaginare il sentiero di un parco e in sequenza: un piccione inseguito da un uomo-piccione inseguito a sua volta da un uomo relativamente normale inseguito a sua volta da una penna nera (quest'ultima solo per un breve tratto). Ecco. Stavamo sconfinando nel surreale nonostante dei presupposti piuttosto non conformi alle intenzioni iniziali.
A un certo punto il piccione si fermò. Anche noi ci fermammo. Quel figlio di puttana cominciò a guardare un pezzo di pane lasciato in strada da qualcuno. Ash lo guardava. Io guardavo Ash. Il tempo che il piccione impiegò per stare immobile noi lo trascorremmo a stare fermi. Sembravamo dei sinonimi usati a sproposito. Eravamo in un parco ma eravamo fuori luogo.
Passarono un paio d'ore. Non riuscivo a capire chi fosse in balia di chi. Io stavo solo aspettando che Ash si liberasse da quella mania provvisoria ma questo mi stava intrappolando in un paradosso che non riuscivo a risolvere nemmeno prendendomi una pausa dal computer. Quel piccione ci stava manovrando e non potevamo farne a meno. Il problema più grosso era però rappresentato dalla mia totale ignoranza in merito a cosa cazzo passasse per la testa di Ash. Mi interrogai allora su ciò che fa un uomo quello che è e ne convenni che non era una questione di azioni ma di reazioni. Ash non si era mosso, ma si era messo a inseguire. Così come avevo fatto io. Allargai questa deduzione a ciò che finora mi ero divertito a guardare durante la mia vita. Agiamo sempre in risposta a una causa, la quale è esistente oppure pre-esistente, creata in piena autonomia o da fattori esterni. Ora: non voglio tirare in mezzo la carota davanti l'asino ma quasi ci siamo.
In tutto questo persi Ash. E con lui il piccione. E con loro il filo del discorso. Provai a fare ordine mentale ma trovai solo i sogni che avevo nel cassetto, un paio di ipotesi a controllo remoto, i miei squisiti giochi di parole e un passato che credevo dissolto in bolle di sapore. E, cosa ancora più strana, quando mi riappropriai delle coordinate spazio temporali (e della felicità per aver ben coniugato il verbo riappropriarsi), ero arrivato su una spiaggia che non sospettavo esistesse (credo la spiaggia di Piccione, vicino a quella di Vimini). Feci qualche passo indietro (non era la prima volta, ma stavolta lo feci senza alcun ripensamento) e tornando sui miei passi ebbi modo di intraprendere un cammino che non avevo contestualizzato come avrebbe meritato. Solo che in tutto questo mi ero accorto anche di quanto mancasse un po' di azione in questo capitolo. Fu allora che individuai finalmente Ash: stava prendendo a pugni il tronco di un albero che non esisteva da tempo. Era l'autunno all'improvviso. Oppure follia totale. Dipende dai pugni di vista. Gli chiesi che fine avesse fatto il piccione e lui mi rispose che non ne aveva idea. Sapeva solo che all'improvviso era volato via, senza dare spiegazioni, così come era apparso. Non era sull'orlo di un pianto, ma sull'orlo di una pianta (inesistente ma comunque immaginabile). Allora gli chiesi com'era andato il pellegrinaggio per cui era stato via per un po' ma ne ottenni solo lo sguardo di chi non ha molta voglia di ricordare qualcosa che aveva dimenticato. Sembrava una sposa triste. Lo presi a braccetto e ci lasciammo quel parco alle spalle. Sulla strada per casa (o per caso? Anche qui non ricordo bene) rimirammo la nostra voglia di stare insieme come la donna con cui non eravamo mai stati: abbacchiati ma speranzosi. Di fronte a noi avevamo nuovi capitoli. Non ci rimaneva altro che darci del tempo fino a quello successivo.       

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