Dopo i saluti, egli si strinse dapprima in uno schiaffo, poi divenne il pugno che si diede in faccia creando un curioso fenomeno di moto perpetuo. L'evento attirò molti curiosi e molti che non avevano un cazzo da fare. Io ero nei secondi. E arrivai in tempo per perderne un sacco.
(Tratto da "L'uomo che sussurrava alle anatre", il mio manuale per sopravvivere e convivere con le amenità tipiche del mattino nella fascia tra le 7 e le 8)
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