I produttori cominciarono a chiamarlo. Il budget diminuiva a ogni telefonata e aumentavano pretese e censure: "Nessun cyborg. Nessuna sparatoria. E dov'è l'amore?".
Passarono due mesi e i produttori accorsero alla porta, ma lui li cacciò via. Non c'era tempo per morire. Doveva concludere una straordinaria romantica storia d'amore ambientata in Brianza nel 2013 tra un boxeur e una ballerina.
Altri tre mesi e la sceneggiatura era conclusa. Ce l'aveva fatta. L'uomo, soddisfatto e avvilito, si stiracchiò e accarezzò il fucile. Poi lo rimosse. E lasciò entrare i produttori affinché leggessero il loro capolavoro.
Certo. Lo sceneggiatore non era morto. Almeno, non proprio. Ma almeno era vivo per riprovarci.
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