DISCLAIMER: Quella che segue è una riflessione post-adolescenziale sulla mancanza di romanticismo in cui ci imbattiamo ogni giorno. La sintassi è essenziale, commisurata al contenuto. Non c'è nessun picco, nessuna retorica, nessuna verità assoluta. Solo considerazioni su qualcosa in cui tutti siamo stati coinvolti. Quindi, se continuate a leggere, lo fare a vostro rischio e pericolo. Quindi non rompetemi i coglioni.
Pensate al primo amore. Tempo delle
superiori. Circa 17-18 anni. Abbastanza maturi per infilarsi in
qualche casino considerando qualche conseguenza.
Quell'amore è stato per tutti
travolgente. Una fatica pazza prima di baciarsi.
E quel primo bacio è un trionfo che
non si scorda. Puoi vincere un mondiale di calcio, puoi uscire con la
lode, ma ciò che ricordi perfettamente da poterlo raccontare senza
omettere dettagli è il primo bacio con la persona che sai di avere
davvero amato.
In quel momento niente è circostanza.
È tutto parte di un cerchio perfetto fatto a mano. Potresti perfino
ricordare il ritmo del tuo battito cardiaco. Sei totalmente
attorcigliato in quello che sta succedendo ma riesci a sentire il
respiro dei grilli intorno. E poi l'euforia.
E poi inizia il compimento del
capolavoro. La tua prima volta.
Durante i primi giorni non te ne frega
un cazzo. Non l'hai mai fatto. Non riesci nemmeno a desiderarlo. Ti
basta quello che sta succedendo.
Vuoi solo i baci. Vuoi solo le spalle
che si poggiano l'una all'altra. Non perdi mai tempo.
È puro istinto. Nessun calcolo. Sei te
stesso. Sei perfetto. Non esistono le possibilità. Tutto ciò che
potrebbe essere lo è.
Ci si prende per mano. Nient'altro.
Quella è la connessione definitiva. L'unione tra le due mani. E
intanto ci si sente, ci si chiama. Si esce insieme. Si condividono
esperienze e si scopre che in due sono ancora più fighe. Il cinema.
Il teatro. Una gita. Un'aspettativa.
E bacio dopo bacio l'istinto prende
sempre più il sopravvento. Scopri che quella persona ti eccita.
Baciandosi o stando vicino qualcosa del tuo corpo cambia forma o
contenuto. Ed è strettamente connesso con il tuo cuore. Il cervello
si è preso una vacanza. Diventiamo preistorici. Diventiamo
analfabeti. Dimentichiamo tutto ciò che abbiamo imparato. Un po' per
sentito dire e molto per curiosità ci si comincia a svestire della
propria verginità. Fatta prima di vestiti, poi di corpi.
Quindi il desiderio di provare e dare
un piacere sempre più inestimabile.
Fare qualcosa che con gli altri non si
può fare.
Partono le mani. Prima sopra poi sotto
la biancheria intima.
Oh cazzo. È piacevole. È meglio che
nei porno. È meglio di quello che mi raccontano i miei amici, le mie
amiche. È meglio della vittoria di due mondiali. È meglio di due
lodi. È quasi meglio del primo bacio.
Un pezzo alla volta, petalo dopo
petalo, ci si guarda nudi. Davanti hai la meraviglia definitiva. Non
te lo saresti mai immaginato. Mai.
Ed ecco la rincorsa. Prima o poi dovrà
succedere.
Andiamo al parco? Andiamo al cinema?
Fino al colpo micidiale. Vieni da me a
studiare? Non ci sono i miei.
Sei sotto il tiro di un plotone di
esecuzione e l'ultimo desiderio lo hai già sprecato per l'ultima
sigaretta. Ci devi andare. Hai paura. Ma ci devi andare. Perchè è
giusto. Cazzo. Altrimenti cosa cazzo stiamo insieme a fare? Non
c'entra niente la vecchia competizione con i coetanei che l'hanno già
fatto. Diventa la giusta conseguenza.
Il giusto arrivo che diventerà la
giusta partenza.
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