martedì 3 maggio 2011

Quattro chiacchiere, e poi via, a dimenticare

Sprechi tempo. Sprechi preghiere. Predato, postdatato.
Dimmi, raccontami. Dammi dilemmi diluiti e dilatati da dubbi dettati dai tuoi desideri.
Io mi darò. Riderò. Ti ridarò ciò che vai cercando. Quel che posso. Qualche passo.
Non sono i colpi bassi. Sono i sensi di colpa.

Un bicchiere di vino alla tavola del diavolo. Un povero diavolo.
Fiamme, lingue di fuoco. Una limonata che brucia. Là in fondo, quasi sullo sfondo. Quasi sfumato. Dietro ad ogni cosa c'è qualcosa, davanti pure. La verità sta nel mezzo pubblico. Mai privata (questa è una verità provata).
Brindiamo, i cristalli suonano. Attorno al banchetto il caldo, calmo, quasi calvo. Un po' solo, un po' inutile.
Sicuro che vedi niente? Aguzza gli occhi, temperali. Temporali, vedi? Per nulla temporanei. Del tutto temporei. Non puntare la pistola al tempio. Non tenerla ma dalle un calcio. Bevi ancora.

E parlami. E ascoltami. E ascoltami. E parlami.
Solo così possiamo capirci. Carpirci. Capricci. Scoprirci. Rivestirci.
Smettila di toccar la fondina. Sfregatene.

E berremo ancora. Altro vino, altro buio, altre piogge. E' il nosto mondo. Un cerchio che si apre.
Dimentica bassezze, pozzanghere, pazzie, spossatezza e vizi. Non sprecar tempie.

Tutta la notte, tutta la vita.


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