Io e l'albatros quella sera che avevo un gran sonno (tre giorni che non dormivo).
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Ero a casa, facevo un cazzo, volevo giusto dormire, quando entra quell'albatros dentro il mio soggiorno. Dalla finestra, aprendola non so come dall'esterno. Una destrezza incredibile. All'inizio pensai fosse un ladro, ma non era né armato, né incappucciato. Entrò, dicevo, e non si presentò nemmeno. Più maleducato dello struzzo venuto la volta prima. Un paio di svolazzi, neanche a voler rassicurarsi di non esserci già stato, come se di per sé la situazione non fosse già abbastanza assurda, questo volatile da porto si accascia sulla poltrona. Mi sembrò di scorgere del disappunto nel vedermi in pigiama. "Ho sonno" Gli dissi. Mi venne spontaneo, non reggo gli sguardi di disappunto. E lui mi ricordava mio padre. Certo, è da malati confessare una certa sensazione, non è di tutti i giorni trovare animali che sembrano i propri genitori, eppure così stavano le cose.