lunedì 29 aprile 2024

Pioggia nella testa.

Aveva piovuto per tutta la notte dentro la sua testa. Ora toccava asciugare. Proprio lui, che non si asciugava nemmeno i capelli dopo la doccia. Un po' controvoglia, Jackie cominciò con i pensieri, che non erano tanti ma erano davvero zuppi. Li strizzò uno a uno e poi li buttò in lavatrice. Un paio di centrifughe e poi li stese, lasciando lo spazio giusto per farli colpire in maniera adeguata dal sole. Ad ognuno i suoi raggi. Ad ognuno la sua molletta. I pensieri in balcone. Messi così sembravano piuttosto ...distesi. Chiari e distesi. A Jackie, mentre beveva il caffè, sembrò una cosa da ripetere altre volte, senza dover aspettare la pioggia. La parte più sorprendente fu scoprire quanto fosse incantevole non avere pensieri per la testa durante la colazione e notò che un pensiero era già asciutto. Era proprio quello che gli faceva immaginare che stare senza pensieri era come essere un cielo sgombro. Jackie prese quel pensiero e lo adagiò all'ombra di una delle sue piantine. 

Jackie finì il caffè con calma. Era arrivato il momento davvero rognoso. Era il momento di asciugare i ricordi. Jackie sospirò. Più volte. I suoi ricordi erano ovunque e alcuni stavano davvero più infognati nella sua testa più di una bella idea. Chissà cosa sarebbe saltato fuori tirandoli fuori tutti. E tutti voleva dire molti. Più dei suoi capelli. Come poteva anche solo pensare di asciugare quasi quarant'anni di ricordi? Infatti non poteva pensarlo, quel pensiero stava ancora al sole. Toccava quindi decidere se aspettare che il pensiero gli tornasse nella testa per poi ragionarci o se fottersene e approfittarne senza doverci pensare. Jackie decise di approfittarne.
Prendere tutti i ricordi fu in realtà molto semplice. Bastò tirarne il filo per raccoglierli tutti in una bella palla. Densa e spugnosa. Asciugare quella matassa di roba sembrava davvero una bella rottura di coglioni. E poi: ne valeva la pena? Jackie provò a pensarci su ma anche quel pensiero stava steso in balcone. 

Senza pensieri. Senza ricordi. Niente male. Altroché il cielo sgombro. Era come poterci galleggiare. Un altro pensiero asciutto da mettere sotto un'altra piantina. Jackie srotolò la palla dei ricordi e cominciò ad asciugare il filo, lentamente, con un fon. Rivide una cazzata sentita durante la birra della sera prima e le parole aveva usato per non dirne altre durante la giornata.

"Parole come sussurro, un viso poco chiaro, parole che svaniscono. Parole come enigmi, parole che intralciano. Voglio separarmi da tutto questo. Mi scavo una piccola buca nel tuo cuore. Prima o poi, finalmente, batteremo insieme."

E invece...

"Perché posso portare una borsa e non posso borsare una porta? Il burrone è un burro gigante? Il prossimo mese mi sentirò molto a mio maggio. Can che abbaia non Moroder."

Jackie sorrise e continuò ad asciugare il filo dei ricordi. Lo fece per qualche ora, fino a quando volle lasciar finire il lavoro al Sole. Impossibile asciugarli tutti. Ma quelli più profondi possono rimanere un po' umidi. Non era un pensiero. Era una decisione. Se c'è una cosa importante nella scelta di una cantina per la conservazione del vino, è l'umidità. Una giusta umidità permette di non far seccare il tappo, cosa che farebbe passare quel filo d'aria che può mandarti a puttane un'ottima annata. Non è una legge matematica, ma tanto Jackie non poteva pensare alle conseguenze e poteva lasciar spazio solo alle decisioni. Male che vada sarebbe stato uno sbaglio, che poi uno sbaglio che cos'è, se non il pensiero che qualcosa non sia giusto?

Jackie rovistò nella testa e acchiappò l'animaletto dei sogni residui. Era fradicio e divertito. Gli scappò dalle mani e corse per casa, lasciando abbastanza gocce in giro per far innervosire anche un Mocio Vileda. Jackie provò a rincorrerlo, ma sapeva che con quel tipo di sogni era impossibile venirne a capo. Quelli fanno quello che vogliono. Spariscono, tornano, vivono e muoiono come gli pare. Quell'animaletto sarebbe riapparso con un bel febbrone o sarebbe svanito per sempre. A sognare si fa sempre in tempo, è per il resto che non ce n'è mai abbastanza tempo. Un altro pensiero asciutto.
Jackie andò in balcone e li raccolse tutti. Li stirò per bene e se li rimise in testa, caldi e profumati. Ecco come si sente un guardaroba. Dal cielo all'armadio è un attimo, quando si hanno pensieri per la testa. 

E i ricordi? La palla stava ancora lì, abbastanza asciutta per non infradiciargli la testa, ma chissà com'era quella palla nel profondo. Cosa c'è di male se rimane un po' di acqua nella testa? Siamo fatti d'acqua. L'acqua è dappertutto. Piove anche dal cielo e scivola via.