Ero tranquillo e beato in metropolitana. Leggevo, studiavo, stavo attento. "Niente male", pensavo cercando di essere meno surreale possibile. La pandemia si sentiva ancora, ma nel vagone c'erano spazi ampi e la segnaletica adeguata. Con me c'era anche Franco (nome in codice di Franco). Eravamo ognuno per i fatti propri, quasi perfetti sconosciuti. Io su una panchina, lui su quella di fronte. Entrambi con il dovuto spazio intorno. Questa bellissima e noiosissima storia andò avanti per una dozzina di fermate, fino a quando, a Piola, calò il sipario del caos.
Entra un tizio.
E si siede a fianco a me. Sul posto vietato.
Cazzate racconti poesie riflessioni pensieri citazioni traduzioni trascrizioni video. Soprattutto cazzate.
martedì 16 giugno 2020
4) E quell'uomo diventò una metropolitana.
lunedì 8 giugno 2020
3) La volta che diventai un gabbiano.
Me la stavo chiacchierando amabilmente con Wilfredo, quando a un certo punto diventai un gabbiano. O meglio. La mia testa divenne quella di un gabbiano. Ero tutto bianco, piumato, occhi piccini e furbi e un bellissimo becco giallo lievemente uncinato. Così, con la barba, stavo comunque da Dio. Fu uno shock. Ma anche uno show (vidi la trasformazione in diretta durante la videochiamata). Di primo acchitto non seppi cosa fare. Wilfredo mi guardava, un po' preoccupato. Ma forse aveva paura che sarebbe successo anche a lui. Non accadde, sfortunatamente. Era rimasto uno struzzo, meno male.
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