sabato 7 gennaio 2012

Indagine su due cittadini al di sotto di ogni sospetto. Una storia verosimile. Prima parte di un racconto sperimentaloide.



PRIMO GIORNO

Bruno, il panettiere che sta all'angolo.
- Non saprei dirle. I ragazzi che fanno il turno del mattino me ne hanno accennato ogni tanto, ma in fin dei conti a me non frega chissà cosa. E poi son troppo preso dalle mie cose per badare a due tizi che continuano a rincorrersi. Ho un negozio da mandare avanti, un mutuo, una ex moglie e le rate della macchina. Figuriamoci se ho il tempo per stargli dietro. Guarda qua, michette appena sfornate. Senti che profumo.

Sandra, la sciura settantenne sempre in pelliccia.
- Non se ne può più. E poi secondo me son dei drogati. Sì. Ormai questi giovani non pensano altro che a drogarsi. Si trovassero un lavoro, dico io. I nipoti di mia sorella, quelli sì che hanno la testa sulle spalle. Uno è negli Stati Uniti, fa delle cose strane, difficilissime, con i computer. L'altro ha aperto un bar su in montagna. A questi qui che girano da queste parti un calcio in culo gli darei, sì.


Roberto detto Bubu, pusher di zona.
- Sei uno sbirro?

Valentina, studentessa al quarto di classico.
- Hai da accendere? Grazie. Comunque no, mai visti. Ne sento parlare, certo, ma non li ho mai visti. Non so nemmeno dove abitano, nessuno lo sa. Hai già chiesto a Roberto? E' quel tipo al tavolo lì in fondo. Quello con il crestino tanto carino che ricorda un po' Orlando Bloom. Lui magari può dirti qualcosa. Ma tu lavori per la televisione?

Don Lupo, parroco del quartiere.
- Sono qui da venticinque anni e sento raccontare questa storia da almeno quattro. Vorrei tanto incontrare quei due e scambiarci un paio di chiacchiere. Non credo siano dei drogati, no. Si fidi di me, i drogati correrebbero solo se rincorsi e io di polizia con le sirene accese non ne ho mai vista. In chiesa non li ho mai visti, nemmeno in oratorio ma ogni tanto sento i ragazzi che parlano di questi due che non fanno che rincorrersi dalla mattina alla sera.

Claudia, amica e compagna di classe di Valentina. Vicine di banco, tiene a sottolineare.
- Io le ho detto di smettere di fumare, ma lei guai ad ascoltarmi. Comunque. L'altro ieri esco da scuola e mi metto ad aspettare Riky. Sì, dovevamo vederci per litigare di nuovo, una in più una in meno, non siamo contenti se non lo facciamo. Comunque. Tra l'altro quello stronzo mi deve ancora ridare il libro. Dopo devo chiamarlo. Che palle. Comunque. Mi siedo sugli scalini e li vedo. Te lo giuro, li vedo. Mi passano davanti che corrono come pazzi, sembrano Willy il Coyote e Bip Bip, te lo giuro. Il tempo che me ne accorgo, però, loro son già dietro l'angolo. Poi è arrivato Riky. In ritardo. Come al solito. Che palle.

Sandra, la sciura settantenne sempre in pelliccia.
- Dei drogati! Sono dei drogati! Non se ne può più.

Riccardo, studente al terzo anno di scientifico, ripetente.
- Zio, non puoi capire. Ieri...no. L'altro ieri. Cazzo. Sì, l'altro ieri, esco da scuola, prendo la moto (è un cinquantino) e vado, che mi aspetta la tipa davanti la sua, che dovevamo sistemare un paio di sbattimenti. Cazzo vi ridete voi? Prendo rosso a tutti i semafori esistenti, cazzo (ride) e nemmeno posso bucarli che dopo l'ultima multa mio padre mi scuoia vivo. Insomma, ritardo esagerato, anche perché mi ero fumato una sigaretta, cazzo ridete?, col mio socio. Sì, prima di prendere la moto. Insomma, arrivo all'ultimo semaforo e vedo sti due mongoloidi, sì cazzo proprio quelli, i due idioti che continuano a rincorrersi, a scuola ogni tanto ne parliamo. Minchia, che faccio, non li seguo? Vado, sgaso di brutto, solo che passo proprio davanti alla scuola della mia tipa, tra l'altro incazzata a fuoco, cazzo vi ridete? (ride anche lui). E niente, poi mi metto con lei a parlare un attimo, quelli son già spariti. Ma tu mi sai dire che cazzo fanno quei due?

Fausto, proprietario del bar "Bar Fulvio".
- Macchiato, giusto. Ecco qua. Io son qui da un paio di anni e ogni tanto ne parlo con Bruno, il panettiere che sta all'angolo. Ha presente no? Quello all'angolo, con l'insegna in corsivo. Ecco, bravo. Tra l'altro le sue brioche son le migliori del quartiere, dia retta a me. Due ragazzi, dicono sui venticinque, nessuno sa dove son usciti, né dove abitano. Gira voce che son dei drogati, ma a me entra da una parte esce dall'altra, mi capisce vero? Son qui a fare caffè e panini, magari potessi ogni tanto andarmi a fare una corsetta.

Roberto detto Bubu, pusher di quartiere.
- Zio, ma di che cazzo stai parlando?


Claudia, amica e compagna di classe di Valentina. Vicine di banco, tiene a sottolineare.
- I miei mi dicono sempre di lasciarli perdere. Perfino di evitarli. Gli chiedo sempre perché ma le loro risposte son sempre vaghe e gonfiate, come se mentirmi mi spingesse ad ascoltarli di più (sguardo d'intesa con Valentina). Lo sanno anche i bambini che il frutto più è proibito più è possibile che finisce fuori dall'Eden a calci nel culo. E' quasi matematico. Ecco, mi sa che domani alla Ridelli le dico queste esatte parole (ride, Valentina complice).

Sergio, impiegato alle poste, cinquant'anni sulla fiducia.
- Le voci corrono, corrono. Posso offrirle qualcosa? Io ho sempre abitato qua, un posto tranquillo, ideale per crescere dei figli. Qua abbiamo tutto sa? Il panettiere, il supermercato, gli autobus, i parchi, la biblioteca, i vigili. Le scuole. La posta. Guardi, è proprio là in fondo. Sono un fortunato, dalla vita ho avuto tutto. Mi mancano solo dei figli da crescere e sarei davvero a posto. Sente che pace? Non come in centro, no. Ci sono alcuni miei colleghi che ormai guardi, tra una nevrosi e l'altra, non mi stupirei mica se facessero una strage uno di questi giorni. Scherzo eh? Sicuro che non posso offrirle qualcosa? Comunque, cosa mi aveva chiesto?

Pietro, detto Troy, apprendista meccanico, piercing e denti da latte. Il socio di Riccardo detto Riky.
- Aspetta un secondo (si allontana al cellulare, dalla distanza che percorre è al telefono con una ragazzina oppure con la mamma).

Continua. Se ne ho voglia. Per adesso vado a dormire che ancora non ho disfatto le valigie. Ho come l'impressione che questa cosa non sarà che un buco nell'acqua, ma in fin dei conti devo mangiare anche io. O domani ne cavo qualcosa così da poter continuare a rubare stipendio e rimborsi, oppure prendo il primo volo per Berlino e chi si è visto si è visto.

Continua?

Canzone del giorno. Nirvana, Lithium.

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