mercoledì 30 ottobre 2013

Pillole di metropolitana #31423

Metropolitana. Davanti a me c'è un operaio con l'unghia del mignolo lunga e curata. Alla sua destra c'è un lucidatissimo yuppie sui 40 che legge Libero. Non sapendo se ridere o piangere ho optato per una combustione spontanea. Ho preso gli applausi dall'intero vagone.
Buondì.

venerdì 25 ottobre 2013

"Storia di una storia della settimana scorsa che non era ancora finita". Capitolo IV. Everything you wanted.

Disclaimer: questo romanzo è scritto di getto e lo scrivo quando ne ho voglia. La storia, proprio per la sua natura casuale, attraversa generi e linguaggi diversi, senza alcuna pretesa di sensatezza. Non vi rimane che leggere e, quando/quanto possibile, divertirvi. Voster Guido Ingenito.

"Storia di una storia della settimana scorsa 
che non era ancora finita". 
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Capitolo IV. Everything you wanted.

Di Ash si era persa ogni traccia. Non c'era verso di trovarlo. Girai locali, negozi, ghetti, bische, appartamenti, sale giochi, localacci ma nessuno aveva idea di dove fosse finito. "Prima o poi torna. In fin dei conti cosa ti aspetti da uno che prima o poi va" mi dicevano. "Lascialo perdere" mi dicevano altri. "Lascialo vincere" mi disse un buontempone prima che gli rompessi il naso a colpi di barman. Si chiamava Romario, o così lo chiamavano gli amici per la sua passione per i mondiali di calcio del 1994. Ma a me non importava, quando c'era da pestare qualcuno non facevo discriminazioni di alcun genere, a parte donne, bambini, vecchi, barboni, amanti della buona lettura, mitomani, Steve Buscemi e affascinanti signori nessuno.

Videoclip Choise #13: Bastille, Of the night (Bad Blood, 2013)


Questo è uno di quei videoclip che avrei tanto voluto girare. A prescindere dal pezzo (viva la tamarria anni '90 rivisitata) trovo adeguata e spettacolare la scelta di un genere, il noir, che difficilmente ha avuto valide rappresentazioni nell'ambito videoclipparo. Il regista Dave Ma, coadiuvato da uno smagliante D.O.P. Larkin Seiple, ci presenta uno sbirro (detective) che affronta il proprio "ritmo della notte". Sulle scene del crimine il protagonista affronta le vittime che gli cantano il brano dei Bastille, scelta d'impatto ed elegante.
Montaggio bellissimo, forse la componente migliore di un video già di suo tra i migliori usciti nel 2013 e probabilmente negli ultimi anni.

giovedì 24 ottobre 2013

"Storia di una storia della settimana scorsa che non era ancora finita". Capitolo III. Piazza Mazzini.

Disclaimer: questo romanzo è scritto di getto e lo scrivo quando ne ho voglia. La storia, proprio per la sua natura casuale, attraversa generi e linguaggi diversi, senza alcuna pretesa di sensatezza. Non vi rimane che leggere e, quando/quanto possibile, divertirvi. Voster Guido Ingenito.



"Storia di una storia della settimana scorsa 
che non era ancora finita". 
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Capitolo III. Piazza Mazzini.

Ash diceva sempre che ovunque ci fosse stata una fiamma, c'era sicuramente un desiderio. Non tutti erano però d'accordo. Quelli del Quartiere Basso ci vedevano solo qualcosa per accendersi qualche sigaretta. Quelli del Gotico un'occasione per mangiare finalmente qualcosa di diverso dal sushi. Jimmy Sughero il posto ideale per fare colpo sulle ragazze (non si è mai scoperto come fino al giorno della sua morte - una prece). Ma Ash non se la prendeva per questo: sapeva benissimo che il mondo è bello perché è vario e variabile. E che il mondo non è piccolo ma siamo noi a essere giganteschi. Di conseguenza che non era il sole a tramontare ma noi a sovrastarlo. Sapeva altrettanto bene che l'abito non fa il monaco. L'aveva imparato durante i suoi sette anni in Tibet, quando durante una merenda scambiò un po' di farina con della crusca. Ma questa è un'altra storia (che probabilmente intitolerò "Never go back, never go back again", anzi forse "Elevate").

All'arrembaggio!

Buongiorno a tutti. In particolare a chi non smette di sentirsi pirata nonostante la modernità. Senza di voi il mondo sarebbe un galeone fantasma senza rotta.

mercoledì 23 ottobre 2013

La nuova frontiera dello spam.

Giuro, è una mail che mi è arrivata stamattina. 
Leggetela.

"Dear Sir,
Nice day, Ann Here.
We hear that you are in need of mercury. We are a professional supplier of mercury. We are looking for a oppotunity to cooperate with you.

Best regards,

Ann"

martedì 22 ottobre 2013

Che figata.

Deposito trolley con annessi lupo e slider, porta stativi, incazzato nero per la scarsa tolleranza dei pendolari verso un assistente di produzione. Chiedo a dei ragazzi di dare un occhio alla roba mentre prendo caffè e brioche. Dopo un mezzo confronto con la maleducazione di una cassiera esco. Uno dei ragazzi mi chiede che cos'abbia lì dentro. Rispondo che ho attrezzatura per un set. Ribatte: "Che figata!".
E lì passa tutto e mi spunta un sorriso ebete.
Buongiorno!

lunedì 21 ottobre 2013

"Storia di una storia della settimana scorsa che non era ancora finita". Capitolo II. Fumo e cenere.

Disclaimer: questo romanzo è scritto di getto e lo scrivo quando ne ho voglia. La storia, proprio per la sua natura casuale, attraversa generi e linguaggi diversi, senza alcuna pretesa di sensatezza. Non vi rimane che leggere e, quando/quanto possibile, divertirvi. Voster Guido Ingenito.



"Storia di una storia della settimana scorsa 
che non era ancora finita". 
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Capitolo II. Fumo e cenere.

Conobbi Ash in un locale malfamato, di quelli pieni di fumo e cenere e persone amanti della solitudine di gruppo. Dovevo mettermi alle spalle una giornata piuttosto faticosa e non c'era niente di meglio della scoperta di un posto nuovo, non strano, semplicemente nuovo. Cercai su google "localaccio da quattro soldi" e scelsi con cognizione di causa l'ultimo dei risultati trovati. Il nome era tutto un programma: Bar Biere.
Ci impiegai un paio di ore prima di trovarlo, lì, nascosto in un vicolo senza un nome, affacciato su una strada piena di pozzanghere nonostante avesse fatto bel tempo per tutto il giorno. In quegli specchi d'acqua si riflettevano le insegne al neon tipiche dei centri massaggi asiatici e mozziconi delle più svariate marche di sigarette. Avevo capito che il buon Brian era passato da quelle parti. Dovete sapere che Brian (sì, sto per partire per la tangente) è l'unico uomo al mondo che sperimenta le sigarette per conto del governo. O almeno così diceva lui. Visto che non specificava di quale Paese.

domenica 20 ottobre 2013

"Storia di una storia della settimana scorsa che non era ancora finita". Capitolo I. What does the fox say?

Comincio oggi la mia nuova follia. Una serie di racconti, legati uno all'altro, scritti per quanto possibile di getto. Riempio il tutto (amo rubare agli altri) con una valanga di citazioni che vi sfido (a voi due) di cogliere. Se azzeccate e vivete o passate da Milano vi offro una birra. Buon divertimento.



"Storia di una storia della settimana scorsa 
che non era ancora finita". 
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Capitolo I. What does the fox say?

Ash non era il tipo che si arrendeva facilmente. Così raccontavano di lui. C'era chi l'aveva visto insistere con un controllore per una grazia su un biglietto non obliterato. C'era chi l'aveva visto inseguire l'amore della sua vita per almeno vent'anni. Altri lo ricordavano deciso a cambiare le previsioni dell'oroscopo del giorno. Anche se queste erano buone e positive. Quando lesse che grazie a Saturno il suo piano stava finalmente prendendo forma, pur non avendone manco mezzo, ne progettò uno e lo mandò all'aria nel giro di un pomeriggio. Quando si accorse che quel piano era riuscito si creò uno strano paradosso. A quel punto, per vendetta, tolse Saturno dai libri di astronomia che aveva in casa (uno ma voluminoso) lasciando solo gli anelli. Fu una giornata trionfale e si premiò andando a dormire presto, come aveva fatto negli ultimi anni.
Insomma: Ash era un tipo tenace e caparbio.

venerdì 18 ottobre 2013

Ne era valsa la pena.

Una volta dimenticai cosa fosse il giallo.
La mia vita cominciò a stare male.
Lo cercai a lungo. Venni rinchiuso, mi presero per pazzo.
"Non potete ingabbiarmi, non sono un uccellino"
Trascorsi lì dentro alcuni dei miei anni migliori,
quelli che non si perdono nell'attesa che arrivi
qualcosa di più grande di noi. Non la morte,
sia chiaro: la sua comprensione.
"Ok, ma fatemi sentire libero in qualche maniera"
e mi diedero una lavagna con un paio di gessetti.
Mi portarono il cancellino dopo la quarta
lavanda gastrica.
Non ero pazzo. Avevo solo dimenticato una cosa
che gli altri conoscevano benissimo.
"Ma come? Tu hai dimenticato cos'hai mangiato
l'altro ieri e non ti sbattono qui nella mia gabbia?".
Nessuno di loro mi rispondeva, preso com'era
dalla sua bastarda presunzione di sentirsi migliore di me.
Quando mi rilasciarono là fuori trovai un mondo
uguale a prima, solo più...invecchiato.
No. Consumato.
Meglio. Ingiallito.
E la mia vita stava finalmente bene.

Must See #13. NBA 2014: Big is on!


Uno dei promo più fighi di sempre. La NBA sta tornando e lo fa con un video esemplare.

martedì 15 ottobre 2013

Autopsia di un Nazista (stralcio da sceneggiatura di Guido Ingenito, SIAE 15.10.13)

INT. GIORNO - STANZA DEI BOTTONI, DA QUALCHE PARTE NEI PRESSI DI ROMA


GENERALE
Brigadiere, ha buone notizie?

BRIGADIERE
Ottime, Signore. E' nato il bimbo
di Mario, il portinaio.

GENERALE
Brigadiere! Parlavo del nazista!
Ho il Ministero sul collo, la
sbatto a fare la scorta a Saviano!

BRIGADIERE
Chiedo scusa Signore.

GENERALE
Allora, avete trovato qualcosa 
di interessante?

BRIGADIERE
Ecco. Mi hanno detto di mostrarle
questa.

Il Brigadiere porge una foto al Generale. 

GENERALE
Se è uno scherzo...

BRIGADIERE
No Signore. Quella è proprio una 
mano che mostra un dito medio.

GENERALE
Al posto del cuore?

BRIGADIERE
Anch'io mostrai lo stesso stupore,
Signore.

GENERALE
Ma è smalto quello?

BRIGADIERE
No Signore: merda.

GENERALE
Brigadiere!

BRIGADIERE
Mi perdoni Signore. Mi faccio rapporto
da solo. 

GENERALE
Siete risaliti alla fonte?

BRIGADIERE
Arriva direttamente dal cranio,
Signore.

GENERALE
Si spieghi meglio.

BRIGADIERE
L'uomo, al posto del midollo spinale
vantava un singolare e piuttosto
lungo sfintere.

Il Generale prende tempo.

GENERALE
Insabbiare.

BRIGADIERE
Concordo pienamente, Signore.

GENERALE
Diremo ai signori interessati
che per vivere 100 anni è 
sufficiente mangiare sano e
vivere in forma.

BRIGADIERE
Certamente, Signore.

Il Brigadiere sta per uscire.

BRIGADIERE
Si chiama Ernesto.

GENERALE
Di chi sta parlando?

BRIGADIERE
Del figlio di Mario, il portinaio.

GENERALE
Come mio zio. Gli porti una bottiglia 
di vino e un pigiama per il pargolo.
Con i miei migliori auguri. 





  

Quei due e Sally.

- Cosa le hai regalato?
- La Luna.
- Dove l'hai trovata?
- Dai cinesi all'angolo.
- Non sapevo ce l'avessero.
- Ovvio, non sei un tipo romantico.
- Almeno io ho una ragazza vera.
- Amo Sally come una donna normale.
- È un diapason, cazzo.
- E tu sei un elastico, ma non te lo rinfaccio ogni giorno.
- Non te ne sarò mai grato abbastanza.
- Sei come un fratello per me.
- Ma chi è quello?
Li presi a fucilate e mi sposai con Sally.

lunedì 14 ottobre 2013

Quasi il miglior lunedì mattina della mia vita

"Grazie Dio per aver incrociato la mia vita con quella di un ferramenta che ha dimenticato le chiavi e perso i relativi doppioni del negozio."
(Monologo di Sacripante Bellavista, protagonista de "Il miglior lunedì mattina della mia vita - quasi quanto quella volta che incontrai Luke Perry dal barbiere", scritto, diretto e interpretato da Guido "Or Son Quell" Ingenito).
Buongiorno.

sabato 12 ottobre 2013

Lo dovete anche a lui.

Alcuni strani ricordi riaffiorano stasera prima di dormire. I tuoi cazzo di giochi di parole. "Il Re Corleone" "Barcavele e i 7 mari". Alcuni me li inculcavi quando mi aiutavi in storia da ragazzino: ad esempio in centrosudamerica vivevano i Mayali, i Caztechi e gli Inchias. Fu un'interrogazione memorabile. E uno dei primi libri che ti rubavo e divoravo (non capendo il 60% dei virtuosismi ma amen), tra un Alan Ford e un altro, era "È già mercoledì e io no" di Bergonzoni. Quindi: se tra le altre cose sono così giocherellone e idiota con le parole...lo dovete anche a lui.
Ciao Pà!
'Notte.
(e come dicevi tu, citando credo senza motivo Enrico VIII, "Anche questa è fatta")

venerdì 11 ottobre 2013

Pink Floyd, Comfortably Numb (1979, The Wall) - Traduzione.

Non c'è molto da raccontare su questo capolavoro.
Gilmour la compose per il suo primo album solista. Gilmour cambiò idea.
Gilmour la voleva grunge. Waters dissentì. La registrarono come la conosciamo.
Gilmour è "Pink", il protagonista del sublime The Wall. Waters è il dottore.
Siamo al lato A del secondo disco: Pink è andato in overdose prima del concerto. I produttori, aiutati dai medici, rianimano la rockstar per sbatterla sul palco (seguirà poi The Show Must Go On).
Pink è però ormai "piacevolmente insensibile" (maestosa descrizione).
Il testo è da strapparsi la camicia: è una sceneggiatura per un corto.
La musica, poi, lasciamo perdere. Bisogna solo ascoltarla per capire la fattura di un prodigio simile, orchestrale, rock, psichedelico. Siamo nella stanza con Pink e il Dottore. Intorno abbiamo i 4 muri, leit motiv dell'album. Gli assoli: non mi ci avvicino nemmeno. La chitarra è la terza protagonista della scena. Un po' anima di Pink, un po' coscienza del Dottore (che riflette un po' il resto del mondo). Si erge. Arriva in cima. E non scende più.

giovedì 10 ottobre 2013

After a day at the hospital.

Da una recente indagine è risultato che una persona su 10 soffre di stress, perdita della pazienza e odio per il mondo. Gli altri 9 ne sono la causa.

mercoledì 9 ottobre 2013

L'incidentale accoppiamento tra pantere

Sei in centrale ad aspettare il cazzo di tram che ti porterà a sbrigare l'ultimo sbattimento di giornata. Poco prima che suddetto cazzo di tram parta arriva una pantera della madama che inchioda. Scendono gli agenti. Abbrancano un tizio che stava fuggendo a piedi. Arriva una seconda volante. Tampona in pieno quella ferma. Il tram parte. Ti senti rapito. Derubato. Ma ridi. Se sei sul 9 con me vieni a battermi il cinque. Ti offro da bere. Saremo fratelli per una notte.

lunedì 7 ottobre 2013

Quel figlio di puttana del blocco dello scrittore.


Ricordo un paesino fatto di vecchiette e sensi unici.
Lì mi ero rifugiato per scrivere il mio capolavoro.
Una storia su me stesso che non riesco a scrivere una storia su me stesso.
Tra un'idea del cazzo e l'altra arieggiavo la casa liberandola dalla nebbia firmata marlboro.
Poi cominciai a provare varie tecniche. Divenni uno stratega senza aver fatto alcuna scuola.
Provai a scrivere senza filtri. Poi solo cose sensate. Poi cose sparse allo scopo di legarle.
Un disastro. Un asino. Il peggior allievo dal peggior professore nella peggior scuola.
Dietro ogni parola ce n'erano altre mille che non ne volevano sapere di uscire come volevo io.
E come potevano vista la miriade di pipponi che mi infliggevo solo pensando a come formularle?
Le mie parole erano dei paracadutisti in ostaggio sul mio stesso aereo concettuale.
E si scatenò la guerra.
Dapprima la parola. Poi la frase. Poi il periodo. La mia lingua divenne mia nemica.
E con lei si allearono la logica, l'istinto, l'abbandono precoce della facoltà di lettere.
Un bombardamento a tappeto.
Presi a ubriacarmi. Anestetizzato e rincoglionito le ferite e i lividi facevano meno male.
Certo. Fino a quando il mio fegato cominciò a lamentare accidia e vomito.
Dovevo smetterla. Dovevo liberarmi di tutto quell'alcool. Svuotai quindi tutte le bottiglie che avevo in casa.
Quando rinvenni, credo un paio di giorni dopo, la casa era come il mio cranio:
un cesso con lo sciacquone rotto.
Ero pronto a darmi da fare. Rimboccai le maniche. Accesi la radio. Dormii benissimo.
Al risveglio avevo il ricordo di qualche sogno del cazzo.
Avevo finalmente qualcosa da raccontare. Qualcosa da scrivere.
Genere fantascienza. Quattro protagonisti. Un complotto galattico. Richiami alla cabala.
Contaminazione noir. Cinismo. Dialoghi pirotecnici. Uno dei protagonisti aveva una cicatrice sotto il collo.
Mi misi al computer. Cominciai a scrivere come un indemoniato.
L'aereo era finalmente libero. Le mie parole finalmente si lanciarono.
Senza paracadute.
Di nuovo il nulla assoluto. Di nuovo tutto quanto da capo.
Feci un giro in paese e svuotai l'enoteca. Presi tutte e tre le bottiglie di vino rimaste.
Le rovesciai sul pavimento e sulle tende. Diedi fuoco alla casa. Maledetta troia.
Con lei bruciarono dodici anni di tempo perduto.
Ero rimasto senza nulla da raccontare.
Ricordo solo un paesino fatto di vecchiette e sensi unici.

Videoclip Choise #12: Capital Cities, Kangaroo Court (In a Tidal Wave of Mystery, 2013)


C'è poco da fare: quando ci sono i soldi si possono fare lavori magnifici. Dopo il bel lavoro di "Safe and sound" i Capital Cities sfornano questa gemma zoologica in collaborazione con il giovane regista messicano Carlos Lopez Estrada, coadiuvato dal D.O.P. Morgan Susser (già famoso per "How to save a life" dei The Fray). Girato in Red (anamorfico) il video racconta di una zebra a cui è proibito entrare in un famoso locale (il Kangaroo Court). Questa cerca quindi di aggirare l'ostacolo truccandosi da mustang (cavallo nero) dando il via a un dramma dalle tinte circensi, dove animali antropomorfi riempiono senza alcuna sbavatura questo bellissimo videoclip. Funziona tutto: regia, fotografia, montaggio, costumi, trucco, scenografia.

Cuccatevi anche il making of.

Buongiorno un cazzo #45357 - Versi

Buongiorno a tutti. Compreso Timbaland che con i suoi "Ah" "Eh" e altri versi mi ha fatto capire quanto sia figo fare il cantante nei pezzi degli altri.

sabato 5 ottobre 2013

Thunder Road.

Rosalita, vieni fuori stanotte!
Perché la notte è come un incidente sulla 57° Strada,
più difficile di tutto quanto il resto, di un giorno malinconico.
sto aspettando una giornata di sole su questa terra difficile
ma non mi arrendo.
Sono un cuore affamato di una terra promessa,
e noi siamo nati per correre, là fuori in strada,
passeremo per il Nebraska, per Atlantic City, per le strade di Philadelphia,
incontreremo fratelli di sangue su qualche fiume,
ascolteremo radio di nessun luogo,
ci prenderemo cura di ciò che è nostro,
balleremo nell'oscurità dei bassifondi! Dei bassifondi!
Sono in fiamme, così come le strade
e l'oscurità alla periferia di questa città.




venerdì 4 ottobre 2013

Degli uomini e dei Piccioni.

Mentre ero sotto la doccia pensavo a quanto gli uomini assomiglino ai piccioni. Non caghiamo sugli altri, ok, ma ci impettiamo quando scorgiamo una femmina o vogliamo fare i fighi, amiamo visitare i centri storici e ricaviamo il tempo per scoprire la periferia. A volte muoviamo la testa continuamente (a chi non succedesse suggerirei un giro dall'ornitologo). Quando abbiamo paura non voliamo via ma acceleriamo il passo.
Vi auguro una giornata felicissima nonostante non abbiate visto Gravity.

giovedì 3 ottobre 2013

Abnegazione.

Buongiorno a tutti, compresi quelli che hanno venduto il comodino preferito a uno spregiudicato e folle collezionista di arredi inutili. A loro va la mia totale solidarietà. E anche se non serve un po' abnegazione.

mercoledì 2 ottobre 2013

Raggiungila.

La bellezza è là. E nessuno ti rompe il cazzo se durante il viaggio appoggi i piedi sulla poltrona di fronte.

martedì 1 ottobre 2013

Quella 62 per Yuma

Cerco disperatamente l'autista della linea 62 che ha avuto la sublime idea di non passare alle 00.09 in piazza durante (l'ultima corsa, tanto per capirci). Devo offrirgli una cena, grazie a lui mi sono goduto una Milano notturna inedita e mi sono tenuto in forma con scatti da centometrista per beccare gli ultimi autobus che mi portassero a casa con appena un'ora di ritardo. Poi dopo la cena lo squarterò. Poi lo ucciderò. E spargerò il suo cadavere sulle ceneri dell'ATM.