domenica 25 dicembre 2022

The Present, 2023 - di Christopher Nolan

Titolo originale: "The Present"
Titolo in Italia: "Il regalo, il presente"
Lingua originale: Inglese, portoghese, francese, giapponese.
Anno: 2023
Durata: 198 minuti
Genere: Drammatico, thriller
Fotografia: Wally Pfister (welcome back again)
Colonna sonora originale: Hans(ia) Zimmer
Sceneggiatura: Guido Ingenito

SINOSSI
25 dicembre 2023. Quasi tutti gli abitanti della Terra trovano sotto i loro alberi gli stessi regali dell'anno prima, invece una minoranza apre quelli del Natale successivo. Santo, un ragazzino brasiliano di 15 anni, è uno di questi. Invece del costume da Batman promesso dal papà, ha ricevuto una trottola che continua a girare al contrario. Grazie a Google, Santo scopre che per la legge della fisica tutto questo è impossibile, se non nei film. Scatta all'improvviso, quasi di botto, una corsa contro il tempo per capire la trama.

CAST (contiene spoiler)
Christian Bale: interpreta Santo do Nascimento. Sogna di diventare un grande calciatore ma grazie alla trottola capisce che vuole solo diventare l'eroe del film.

Luis Nazario Da Lima "Ronaldo": è Felipe do Nascimento, papà di Santo. Quando apre il suo regalo di Natale trova lo stesso dell'anno prima, un maglione cucito a mano da sua mamma. Ma il tempo passa per tutti e quel maglione non gli sta più. Felipe comincia a interrogarsi sul senso della vita, se sia valsa la pena lasciarsi andare durante l'ultimo anno. Verrà salvato dal figlio. Non si sa come, ma gli effetti speciali sono fighissimi.

Leonardo Di Caprio: è Babbo Natale. Appare in sogno a Santo, durante il pisolino dopo il pranzo di Natale. Triste e decadente, Babbo Natale è imprigionato nei sogni di tutti i bambini di tutto il mondo per colpa della Befana. Non sa cosa sia successo ai regali di quest'anno e aiuta Santo a farsi aiutare, aiutando quelli che hanno aiutato quelli che avevano bisogno di aiuto.

Cillian Murphy: è Spaventapasseri un incapace ereditiere Oppenheimer Robert Pacino. Attore di fama mondiale, riceve per Natale un premio Oscar nonostante non sia stato ancora candidato. Quando scopre (non si capisce come) che un ragazzino brasiliano sta cercando di risolvere il Natale per tutti, volerà in Brasile per cercare di fermarlo e godersi l'Oscar. Alla fine del duello finale, quando gli verrà risparmiata la vita, capirà che non ha senso non godersi la sorpresa agli Academy del 2024 e regalerà l'Oscar a Michael Keaton.

Michael Keaton: interpreta Michael Keaton. Riceve in dono l'Oscar da Robert Pacino. Incredulo di essere sbucato all'improvviso nel cast, vola via in piano sequenza, deciso a uccidere Tim Burton. Tutti sperano nello spin-off ma la redenzione accompagnerà Michael verso nuovi successi e una meritata pensione.

Marillon Cotillard: è Luisa Fernanda Laura Miralla, la mamma di Santo. Donna forte, dolce e romantica, diventa una stronza omicida quando apre il suo regalo e non ci trova un cazzo di niente. Non capendo se è lo stesso regalo dell'anno prima o dell'anno successivo, entra nei sogni dei bambini brasiliani per traumatizzarli, dicendogli che Maradona è più grande di Pelè. Prima che però possa dire altrettanto di Messi e Ronaldo (!), viene svegliata appena in tempo da Santo. Luisa ricorda di essere una donne, dolce e romantica e capisce che nel suo pacco regalo non c'era niente perché il futuro è ancora tutto da scrivere.

Michael Caine: è l'uomo senza nome. Presenza spirituale, trova sotto l'albero una cassa di Fernet Branca che lui odia. Decide allora di portare l'umanità su un altro pianeta, ma non c'è ancora la tecnologia adatta. Prova con una magia ma non è il film adatto. Prova a inserirsi in un film di guerra sullo sbarco in Normandia ma può fare solo una voce fuori campo. Diventa allora il maggiordomo di se stesso e trova la pace perché si ricorda che è un grande attore a prescindere dal suo capo.

Pierfrancesco Favino: è Rudolph, la renna col naso rosso di Babbo Natale, encomiabile linea comica del film, si rivela una poetica metafora contro il bracconaggio, il fascismo e il pressappochismo.

PRODUZIONE E CURIOSITÀ
Come per ogni film di Nolan, anche in questo capolavoro si è fatto largo uso di effetti speciali ma soprattutto di scenografia naturale. Il regista ha fatto ricostruire il Brasile in scala 1 a 1 per avere il totale controllo della messinscena, ricorrendo ai VFX solo per mantenere continuamente il cielo diurno anche quando era notturno (creando così anche la prima legge fisica sui paradossi sul set, si dice che ci scriverà uno dei prossimi film). 
Il fratello di Nolan, Jonathan, aveva scritto un primo trattamento composto da una tetralogia in quattro atti teatrali utilizzando la tecnica del flusso di coscienza. A causa dei tempi eccessivi di sviluppo, Christopher lo ha girato mentre Jonathan lo sta ancora scrivendo.
Hans(ia) Zimmer ha campionato alcuni cori da stadio e il suono di una bomba atomica per il sottofondo musicale del film. La bomba atomica è stata costruita e fatta esplodere in uno studio di registrazione edificato appositamente su un asteroide.
Il grande orologio sul palazzo del municipio nella città di Santo è un chiaro omaggio a Ritorno al Futuro. Così come il personaggio di Doctor Marrone, interpretato da Christpher Lloyd. Lo stesso orologio lo vediamo più volte durante il film dentro alcune foto di archivio sparpagliate in vari ambienti dove vivono i protagonisti. Robert Pacino lo ha tatuato sul cuore, lo possiamo notare mentre spacca l'orologio del padre durante il raptus di rabbia girato con l'epico piano sequenza di 18 minuti.
Ronaldo è alla sua prima interpretazione in un film, prova davvero convincente. Non è servito farlo ingrassare per non fargli stare il maglione, ha fatto tutto da solo. La scena dove dribbla tutti i bambini in strada è stata buona la prima, anche perché Ronaldo ha poi dribblato l'intera troupe ed è sparito per giorni, prima di essere ritrovato sotto casa di Hector Cuper armato di un piede di porco.
Il film è stato girato per grossa parte sul set che ha replicato il Brasile. 
Altre location: Lapponia, Los Angeles, Firenze, Roma, Monza, Buenos Aires, Detroit, Lima, Città Del Capo, Pechino, ancora Monza, un paese sconosciuto, Betlemme, tutta l'Estonia, Parigi, Londra, Milano, Madrid, Tangeri e nel pomeriggio New York. 
Alcuni dettagli sono stati girati in un teatro a Tokyo, mentre altre 16 unità hanno girato le scene più pericolose nel vero Brasile.
Christian Bale è ringiovanito e dimagrito per il film, per evitare gli eccessivi interventi di trucco prima delle riprese. Ha imparato tredici accenti brasiliani e ha imparato a giocare come un bambino brasiliano delle Favela dopo averci vissuto da ragazzino per vent'anni.
Il film è stato girato con le prime pellicole utilizzate dai Fratelli Lumiere. Per poterlo vedere al cinema, è necessaria farsi riservare l'intera sala.
Il titolo è un chiaro gioco di parole tra "regalo" e "presente". Nolan assicura di aver rubato questo gioco di parole da uno sconosciuto Guido Ingenito, il quale è stato risarcito per questo furto innocente interpretando un gioco di parole dentro un sogno. Si dice però che tra i due sia nata una forte amicizia e che probabilmente andranno per vigne tra qualche anno.

sabato 25 dicembre 2021

martedì 16 giugno 2020

4) E quell'uomo diventò una metropolitana.

Ero tranquillo e beato in metropolitana. Leggevo, studiavo, stavo attento. "Niente male", pensavo cercando di essere meno surreale possibile. La pandemia si sentiva ancora, ma nel vagone c'erano spazi ampi e la segnaletica adeguata. Con me c'era anche Franco (nome in codice di Franco). Eravamo ognuno per i fatti propri, quasi perfetti sconosciuti. Io su una panchina, lui su quella di fronte. Entrambi con il dovuto spazio intorno. Questa bellissima e noiosissima storia andò avanti per una dozzina di fermate, fino a quando, a Piola, calò il sipario del caos.
Entra un tizio.
E si siede a fianco a me. Sul posto vietato.

lunedì 8 giugno 2020

3) La volta che diventai un gabbiano.

Me la stavo chiacchierando amabilmente con Wilfredo, quando a un certo punto diventai un gabbiano. O meglio. La mia testa divenne quella di un gabbiano. Ero tutto bianco, piumato, occhi piccini e furbi e un bellissimo becco giallo lievemente uncinato. Così, con la barba, stavo comunque da Dio. Fu uno shock. Ma anche uno show (vidi la trasformazione in diretta durante la videochiamata). Di primo acchitto non seppi cosa fare. Wilfredo mi guardava, un po' preoccupato. Ma forse aveva paura che sarebbe successo anche a lui. Non accadde, sfortunatamente. Era rimasto uno struzzo, meno male.

giovedì 20 febbraio 2020

2) Il porno non è un posto per vecchi.

Io e Clodovica (detta Lella) stavamo facendo zapping ma non era granché.
- Eppure siamo nudi, - mi diceva, bella come un sorriso d'agosto. Non capivo nemmeno io cosa non stesse funzionando, a parte il paragone qui sopra non proprio ben riuscito. Chiamai Wilfredo per avere una dritta ma era dai Telefonisti Anonimi, per cui non poteva rispondere. 
Io e Clodovica (Lella) passavamo da un canale all'altro senza sussulti: i peggiori preliminari della nostra vita. Più di quella volta in Coppa Uefa. Ci guardavamo e senza parlare ci chiedevamo come si facesse sto zapping. Allora facemmo quello che fanno tutti, soprattutto gli uomini che poi non lo ammettono. Salimmo sulla nave dell'audacia erotica e navigammo nel porno sul web, alla ricerca di idee, sensazioni, qualsiasi cosa potesse farci godere.

sabato 15 febbraio 2020

"Diamond Princess", 2021 - Regia di David Fincher.

Titolo originale: "Diamond Princess"
Titolo in Italia: "Coronavirus - Il Film"
Lingua originale: Inglese, giapponese
Anno: 2021
Durata: 130 minuti
Genere: Drammatico, thriller
Fotografia: Wally Pfister (welcome back)
Colonna sonora originale: Nine Inch Nails

SINOSSI
4 febbraio 2020. Mentre la Diamond Princess è in acque territoriali giapponesi, il Ministero della Salute giapponese ordina, nel quadro delle misure di contenimento dell'epidemia di coronavirus, lo stato di quarantena per le 3.711 persone a bordo. Questa è la storia di quei giorni che cambiarono il mondo. Lontano dal mondo.

CAST (contiene spoiler)
Lucy Liu: interpreta Dream Mizuki. È in apparenza "solo" una parrucchiera ma si rivela un'ex poliziotta che combatte in prima linea contro la psicosi da coronavirus sulla nave. Anni prima ha perso il fratello malato di SARS. Sarà lei a sventare l'attentato finale.
Meryl Streep: interpreta Laura Adebayo ed è la dottoressa americana, di origini congolesi, che trova il vaccino prima che i governi mondiali riescano a far diventare la Diamond Princess un lazzaretto permanente (la strategia "Stay for life"). Salva tutti, compresi noi. La sua interpretazione (recita nella parte di una donna di colore) le vale il premio Oscar come miglior attrice non protagonista. 

venerdì 7 febbraio 2020

1) Fuori era buio ma anche dentro non scherzava un cazzo.

Insomma, io e Wilfredo eravamo lì a parlare e straparlare di cose poco divertenti già da un po'. Ma riuscivamo comunque a mantenere buono l'umore grazie anche a po' di superalcolici vintage ma non per questo fuori moda (fuori luogo? fuori forma? chi se ne frega). Con noi c'era anche il levriero del piano di sotto che però ci lasciò al secondo bicchiere.
- Scusate ragazzi ma domani porto i bimbi a scuola.
Ovviamente intendeva i figli del suo padrone, un macaco. Se ne andò in fretta ma secondo me aveva capito l'antifona e non aveva voglia di evocare questioni famigliari brusche e faticose. Cosa che invece io Wilfredo ormai stavamo affrontando a viso aperto, come ai vecchi tempi (davvero?). Gli chiesi di andarsene, ma non prima di finire di parlare. Questione di padri, certo. Questione di figli, certo. Adulti, ragazzi, crescere, screscere, inventare parole come fossero fuffole imperaggiste. Non era semplice parlare di morti e fu nerali, non lo è per nessuno. Fuori era buio ma anche dentro non scherzava un cazzo. Non andava un granché bene a nessuno dei tre. Sì, all'improvviso era tornato il levriero del piano di sotto (a volte non chiudo a chiave) ma solo per recuperare il guinzaglio. Ci salutò con una leggera malinconia.
- Torno a essere me stesso. Bau.

lunedì 16 settembre 2019

Il Re è tornato

Esilio, da lontano, pare desertico.
Ma riprendesti il cammino, volli farlo io.
Sfrattato, umiliato, derubato, angosciato,
nel campo arido buono per appoggiarci la merda.
"Nulla crescerà mai più".
Ma la verità è solo una bestia ferita,
se dimentica, si nasconde,
se ricorda, ruggisce.
Incontrai ciò che di peggio offre...
il sangue del mio sangue...
sibili e graffi.
Allora sai che facciamo,
ce ne andiamo in Africa, senza di noi,
"noi" lo lasciamo seppellito,
i morti non disturbano, avanti un altro.

Un altro...eroe? E poi,
in un sogno invernale, tra i petali della notte,
vidi la sua enorme orma,
tracciar futuri migliori di voi.
Tutto andò in orbita, tra lucciole per animali selvatici,
ricordi che fanno male agli eredi,
infine re ancora vivi tra le stelle,
perché tutto è vivo quando non è scontato,
il passato fa male, ma il peggio è passato.
Nuvole maestose piene di leggende
riempiono cieli elettrici
che piangono terre prosciugate.
Alla ricerca del cuore, ravviva il riflesso
perché è giunto il momento.
Il Re è tornato.

Scar

Non so chi eri.
Non provo nessun cazzo d'orgoglio,
ma basta così. Dai.
"Lui vive in te", nessuno lo disse. Meglio.
Non riesco a dormire. Vecchie cose che cigolano nella testa,
ragnatele, trappole.
Dio, quanto ho pianto stasera senza poter disperarmi.
Cosa mi hai lasciato? Ci hai mai difesi?
Forse sono solo questo, uno che non sa difendersi.
Che tu fossi un gran perdente l'ho sempre sospettato, sai?
Però, siamo tutti bravi a immaginare eroi, re, lieti fini, magari...

Magari che? Ricordo bestemmie, segreti, la follia che distrugge.
La follia che spaventa. Non ricordo alcun insegnamento degno di nota.
Nebbia impervia, niente che la diradi se non...se non?

Cazzo. Nei miei perché. Ecco, lì ti trovo spesso.
Centomila domande e tre risposte e mezzo.
La scossa me l'ha dato qualcosa di finto, ti rendi conto?
Renditene conto. Non ho nessuna voglia di ridere.

Mi ritiro. Alla ricerca del sonno.

sabato 31 dicembre 2016

Il racconto di fine anno del ragazzo che si era innamorato del capodanno e aveva tradito il suo petardo.

I preparativi erano ormai conclusi. Tra poco sarebbero arrivati tutti.
Nessuno escluso.
Il ragazzo guardava fuori dal balcone e vedeva solo il cielo vuoto, interrotto dalle nuvole.
"Chissà dov'è il mio petardo".
Lo aveva lasciato a Santo Stefano, un tipo poco raccomandabile del quartiere che infatti lo aveva portato a bere una birra con Santa Barbara, una poco di buono che si era fatta tutti (tranne te). Lei ci mise poco ad ammaliare il petardo: scoccò una scintilla e per poco si rischiò una carneficina.
Ma il petardo era tornato a casa. Voleva solo il ragazzo. Nessun altro.
Quando rientrò a casa trovò il regalo peggiore. Il ragazzo tra le braccia del Capodanno. Cominciò una discussione violentissima, ai limiti del lecito. Il Capodanno riuscì a sgattaiolare (nessuno capì come, grosso com'era) e il ragazzo e il petardo fecero la notte in bianco, senza capirsi, senza comprendersi, senza filtro, senza senso.
Era ovviamente finita. Da un pezzo. Anche dall'altro. Era finita da prima che scrivessi questo racconto. Ma lo capirono solo allora. Senza altri patemi o incomprensioni il petardo fece il suo fagotto, raccolse la sua cenere preferita e uscì senza proferire parola, se non un sibillino "Buon anno".
Il ragazzo si sentí sollevato, ma era solo un fuoco di paglia. Lo spense subito, scacciò il cavallo (?) e provò a raccogliere le idee che aveva seminato l'anno prima. I risultati erano scarsi, così come i bambini che allenava al campetto dell'oratorio.
"Non è stata proprio una bella annata. Proprio no".
Provò allora a darsi un contegno ma non sapeva cosa volesse dire. Allora optò per una festa (consiglio per tutti).
"Non c'è niente di meglio di una festa per turarsi tirarsi su il molare morale e sconfiggere qualche errore di battitura".
Chiamò tutti, anche il Ciclope e lo rassicurò che Nessuno era escluso.
Infilò occhiali e grembiule (o forse il contrario?) e con un tocco di magia (non è vero) risistemò la casa, giusto in tempo per aspettare gli ospiti e guardare fuori dal balcone, provare un moto di nostalgia, senso di colpa, rimpianto, auto commiserazione.
"Chissà dov'è il mio petardo".
Quando suonò il citofono. Gli ospiti erano arrivati.

La festa era una figata. Tutti contenti, anche Felice e il suo Cane (leggi racconto precedente). C'erano i musicisti, i piastrellisti, Tiziano Ferro e mancavi solo tu (datti una mossa). Si fecero vive persone che non immaginava più e immaginò persone che non si fecero vive. E poi i giochi da tavolo, il gioco della bottiglia, i colpi di pistola, l'Umbria, case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale.

Infine il conto alla rovescia.
Meno 10.
Meno 9.
Meno 8.
Bottiglie di spumante puntate verso il cielo vuoto. Il ragazzo era commosso.
Meno 7.
Meno 6.
Meno 5.
Tra poco sarebbe tornato il Capodanno. Era davvero lui l'amore della sua vita? Proprio lui che era sgattaiolato (come aveva fatto?) nel pomeriggio e non si era fatto più vivo?
Meno 4.
Meno 3.
Meno 2.
Dove sei Petardo? Vorrei poterti parlare un'ultima volta.
Meno 1.
Buon anno!
Tripudio. Allegria. Felicità. Splendore. Pluriball candele.
Arrivò il Capodanno. Tronfio, spettacolare, esondante. Un coglione.
Il ragazzo lo guardava mentre si spingeva in giro come una mignotta e si accorse di quante parolacce mi erano scappate nelle ultime 2 righe. Il Capodanno lo guardò, irresistibile e compiacente come una escort. Il ragazzo di irrigidì come una statua. Max Pezzali cantò Come mai.
Il citosuono citofono suonò. Era il Petardo.
Era tornato. Ubriaco ma contento. Commosso ma felice. Si fiondò tra le braccia del ragazzo e gli confessò che aveva provato il suocidio suicidio, ma che la corda si era spezzata, la pistola inceppata, il veleno scaduto, la finestra rotta, il sacchetto bucato che mio padre comprò e chi più ne ha più ne metta. Alla fine (o all'inizio?) aveva rinunciato. Per il suo amore.
La sua lealtà (e idiozia) esplosero nel cuore del ragazzo che terminò la festa scacciando tutti, soprattutto Max Pezzali e il cavallo che non erano stati invitati. Gli altri ospiti invece, romantici, capirono e se andarono contenti, mano per mano. Soprattutto Tiziano Ferro e il Ciclope.
Il Capodanno provò a continuare ma si rese conto che non era aria. E dato che non mi vengono battute per giustificare la sua esitazione, si buttò da un ponte facendo il gesto dell'ombrello. Ma la notte continuò lo stesso. Per tutti.

Il ragazzo e il petardo fecero l'amore. Si capirono.
Domani si sarebbero parlati. Poi avrebbero fatto terapia di coppia.
Per sempre.
"Buon anno".
"Buon anno".

Tutti avevano avuto il lieto fine.

Nessuno escluso.




sabato 24 dicembre 2016

Il racconto natalizio dell'uomo che si era innamorato del Natale e aveva tradito il suo cane (4 minuti di lettura)

Si lasciarono proprio il giorno della Vigilia.
L'uomo non resse l'ennesima delusione.
Gli aveva detto: "Ti amo.".
E il Natale gli aveva risposto, un'altra volta: "Buon Natale!"
Lui lo guardò per l'ultima volta, con il cuore buttato in soffitta come i regali che non piacciono.
L'uomo non poteva crederci. Era finita.
"Buon Natale!" continuava a dire il Natale, e intorno c'erano bambini e persone che continuavano a camminare sorridenti come fossero in un videoclip di Enya (cit.).
L'uomo non sorrideva. Ci provava, ma ne veniva fuori solo una smorfia di tristezza al contrario.
L'uomo, per averlo, aveva tradito anche il suo cane, lo stesso cane che dieci anni prima gli aveva salvato il giorno dell'Epifania. Una cosa che andò su tutti i giornali, anche quelli esteri. Ma questa è un'altra storia.
Gli occhi gonfi: "E ora?".
Il Natale rispose: "Buon Natale!".
L'uomo si girò, trattenne l'urlo, trattenne il pugno, trattenne tutto.
Scoccò la mezzanotte e quando si rigirò (lui, non la mezzanotte) era Natale per tutti, non più solo per lui (lo era mai stato?). Voleva urlare al mondo il suo dolore, ma cazzo, era Natale e a Natale bisogna essere felici!
L'uomo allora abbandonò il suo nome e divenne Felice! Era sempre triste, per carità, ma ora si mise a fare la carità e divenne meno triste. Recuperò 3.000,00 euro - si sa, a Natale siamo tutti più buoni - e andò subito dal barbiere, poi dal parrucchiere, tornò dal barbiere e andò a comprare un regalo.
Un regalo per il suo cane. La sua vera ragione di vita e "Vaffanculo al Natale, ingrato figlio di puttana.".
La notte era ancora lunga, conosceva i bar che frequentava il suo cane e andò a ispezionarli uno a uno. Cominciò a nevicare, che palle. Quando tutto sembrava perduto avvenne il classico miracolo di Natale: cessarono tutte le guerre e finì la fame nel mondo. Ma a lui tutto questo non importava. Voleva solo il suo cane.
Lo trovò. Ubriaco, appoggiato a un lampione. Lo tirò su, lo aiutò a vomitare e lo portò a fare qualche bisognino. Il cane si riprese un pochino. Lo guardò e disse:
"Sei tu?".
L'uomo gli rispose: "Sono io. Lo sarò per sempre".
Il cane si commosse e gli disse:
"Bau.".

Buon Natale a tutti!

lunedì 23 maggio 2016

Io Bevo Così 2016_Vini

Ho esagerato.
Entro, pago, prendo il calice, mi inoltro e l'occhio mi cade su Tunia. Mi faccio versare il Chiarofiore, squisito, e quando vedo che la degustazione corrisponde a una degustazione (sono arrivato alla villa convinto che riempissero i bicchieri fino all'orlo) parto. Nel vero senso della parola.
Vado nella sala principale (la villa è bellissima) ed è un tripudio, un concentrato di ogni ben di dio segnato nella mia agenda: riesco a bere tutto. Infatti esagero. L'ho detto.
Prima Riva Arsiglia di Menti, buonissimo, mineralissimo, cementissimo. Poi Giovanni Montisci con i suoi straordinari Modestu e Barrosu: davvero eccezionali. Potentissimi.
Passo da Casa Dei Cini e i loro vini fumettosi: Malandrino e Quattroà; molto buoni ma qualche scalino più in basso rispetto ai "grandi" precedenti e quelli successivi.
Giretto da Marina Palusci dove assaggio la Passerina, poi il Pecorino (ma il migliore che ho bevuto rimane quello di De Fermo) e infine un trebbiano in anfora, una vera e propria spremuta di uva.
Mi giro e vedo Fausto Andi: chiacchiere e giro spettacolare di Poderosa (che ho a casa e meno male!), Sottosera (!!!) e Pinot Nero: una trilogia di stelle che mi manda in orbita. Sprigionano vita. terra, uva, notti sulle colline a guardare il cielo. Mi fermo per non prosciugargli la cantina. E ho una voglia matta di comprargliele tutte ma sto calmo che di esagerazione me ne basta una.
Toccata e fuga da Denavolo e Casè, dove bevo Dinavolino (carino e prezioso), Dinavolo (buonissimo) e Casèbianco (ullallà!). Scopro che anche l'Emilia Romagna dona vini preziosi e mi rassereno ancora di più.
Dietro di me soffia il vento dell'est, ma so che devo cominciare a calmarmi e opto per Cotar: Vitovksa e Malvasia squisiti, pietrosi, proprio nelle mie corde. Felice e contento vado a mangiare qualcosa per evitare di farmi davvero male (felice e contento, sia ben chiaro).
Dopo la piccola pausa guardo l'orologio e mi preparo per il rush finale; comincio da Andrea Occhipinti e bevo il suo Arcaico che ammetto non mi ha entusiasmato come speravo. Proseguo e mi dedico comunque a Maria Pia Castelli e degusto il suo clamoroso e rinomato Stella Flora: decido di lasciare stare l'Erasmo Castelli perché sento di aver fatto abbastanza e mi manca ancora qualcosa.
Infatti eccolo qui: Ktima Ligas, dalla Grecia. Un vino più buono dell'altro. E nessuno in vendita, cazzo. La più bella sorpresa della giornata. Tutti (tutti!) eccezionali e nota di merito (strano) per il bianco in anfora (era in anteprima).
Di fianco c'è Valter Mattoni e mi fiondo sul suo Trebbien ed ecco il Trebbiano della mia vita. E come se non bastasse ridefinisco le coordinate del Montepulciano grazie al suo Arshura. Estasi vera. 
È ora di andare: rapido giretto da Lammidia per il suo Bianco Carbo e Sciambagn e chiudo da Denis Montanar: Uis Blanchis 2009 e 2012. Ma sono ormai talmente assuefatto che non riesco a gustarmeli a dovere. Ubriaco me ne vado e torno a casa con qualche salame e salsiccia. E nessuna bottiglia di vino!
Prima di dormire per l'intero pomeriggio decido di smettere di bere. So di essermi massacrato e non ne vado fiero. Mi sveglio e ragiono, sono tranquillo, il mal di testa è passato. Ho lo stomaco che reclama brodini e insalate ma va bene così. Ho bevuto vini eccezionali (Fausto Andi, Valter Mattoni, Ktima Ligas e Montisci su tutti) e conosciuto altre varietà di grandezza. 
Ho soprattutto imparato che devo stare lontano dalle fiere. Che se proprio devo andarci lo devo fare con sobrietà e tranquillità. Bere con calma e parsimonia. Prendere appunti. 
Perché le fiere sono mostre, non sono montagne russe. 

giovedì 5 maggio 2016

Si guardarono.

Si presero.
Non si capirono.
Provarono quindi a capirsi e poi a prendersi.
Tutto come prima. Si guardarono. Tutto come prima.
Non si guardarono. Ora è chiaro.
Prima come tutto. E ora? Chiaro. 
Si guardarono. E' ora.
Si guardarono come prima e si presero tutto. 
Bene. 
- Ci stiamo prendendo.
- Ci stiamo apprendendo.
Apprendisti stregoni.
Nient'altro che amici.

giovedì 14 aprile 2016

Lammidia @ Vinoir - 13.04.16

È la prima volta che impatto con una degustazione di vini naturali di questo tipo. Sono ancora nuovo a questi eventi e, soprattutto, sono ancora piuttosto inesperto in vini e tutto quello che lo circonda.
Ma assaggiando i vini di questa giovanissima azienda abruzzese (2010!) ho sentito, in modo distinto, la naturalità e il biologico dell'approccio essenziale nella produzione del vino.
Gianluca di Vinoir e Davide di Lammida aprono e ci raccontano 5 vini. Fin dal primo, il Bianchetto 2015, avverto all'olfatto la terra. Non so bene come descrivere questa sensazione, spero vi sia sufficiente immaginare di respirare l'aria in mezzo ai campi di qualche collina di regioni marittime: legno, prato, alberi, cantina. Tutti i vini sono collegati da questo fil rouge (anche blanche), orgoglioso e mai superbo. Sembra di bere dei succhi talmente sono essenziali e liberi da ogni correzione.
Uno più buono dell'altro, questa la mia graduatoria:

1) Rosh - divertimento terra terra. La piccola percentuale di Trebbiano permette a questo vino di stemperarsi con un brio davvero allegro, ai limiti della spezialità. La persistenza si riassume nel colpo di fon sulla lingua a degustazione avvenuta.

2) Rosso Carbo - liberazione. Viene sigillato per 2 settimane in macerazione carbonica e, anche se non ho ancora capito di che cosa si tratti, alla degustazione si sente eccome! Il bouquet è romantico e non sdolcinato, sprizza felicità ed entra nel naso con tutto il suo entusiasmo. Buonissimo, saporito.

3) Rosato - sono un rosso ma non ditelo in giro. Rosso smorzato. Non posso ancora credere (tempo fa ho bevuto il Sant'Isidoro di Maria Pia Castelli) ai rosati industriali che ho a volte bevuto e, ovviamente, rifiutato nella mia vita.
4) Bianco Anfora 2014 - spremuta di terracotta. A nome era il mio preferito, catturato come sono dal mito che mi viene raccontato dagli amici più esperti sulle anfore (qualcuno ha detto Gravner?). Ecco: buonissimo, a tratti estasiante. Però mi è parso un po' breve, ma forse è una cosa che va solo a gusto. Ammetto che aver percepito (all'olfatto e leggermente al gusto) l'anfora mi ha illuminato. Sono cose, eh!
5) Bianchetto - crescendo in zafferano. Altra botta di allegria. Trebbiano vivo (e vegeto!). Intorno a me tutti avvertono lo zafferano. Io riesco a sentirlo al fondo del calice. Felice e contento. Piacevolissimo.

lunedì 21 marzo 2016

Buffon e basta

Nei miei attimi di puro cazzeggio e, memore di una passione molto viva - ma passata - per il calcio, ho letto in giro del record di imbattibilità di Buffon e, sfortunatamente, del dibattito da bar su quanto valga il suo primato in proporzione a quello di Sebastiano Rossi.

La vedo cosí: i record diventano più mitici e veri quando se ne impossessano le leggende.
Sebastiano Rossi, con tutto il rispetto parlando, è stato un grande portiere: ma il suo record appartiene a una grande squadra, un Milan stratosferico, dotato di un reparto difensivo da lacrime agli occhi.
Un riconoscimento, quindi, più alla squadra che al singolo.

Giusto quindi che gli amanti della statistica trovino negli annali dei record il nome di Gianluigi Buffon, portiere tra i primi 10 nella storia del calcio (in buona compagnia di gente come Banks, Yashin, Preud'homme, Zoff) che nella vita sportiva ha vinto tanto tranne 2 trofei sacrosanti, quelli che aumentano la caratura del professionista: la champions league e il pallone d'oro ("sottratto" a mio avviso da France Football: ricordo che Gigi ha chiuso il mondiale vinto - evviva - senza mai subire gol su azione ma solo un autogol e un rigore). 

Perché nella storia non rimarranno le squadre battute dalla Juve e nemmeno la Juve stessa: rimarrà Buffon, il suo nome basterà a spiegare il record. Pensando a chi è stato il portiere italiano davvero imbattibile (in fin dei conti è questo lo scopo di un portiere) verrà in automatico immaginare il nome di Buffon che, guarda caso, detiene anche il record di minuti da imbattuto.

Vedo una sorta di equilibrio in questo. 

Tieniti questo record Gigi e spero che chi ti sorpasserà non sarà il portiere della squadra più forte ma il portiere più forte in assoluto. 

mercoledì 2 marzo 2016

Must See #8744 - Lo chiamavano Il Cavaliere Oscuro



Bellissima proposta e realizzazione da parte dello staff di Movieplayer.it, che sfrutta le "somiglianze" tra Lo chiamavano Jeeg Robot e Il Batman di Nolan per dare vita a "Lo chiamavano il Cavaliere Oscuro". E' stato "sufficiente" montare il voice over del trailer del film di Gabriele Mainetti sulle immagini della trilogia di Nolan per realizzare una piccola gemma nel panorama dei mash up.
L'effetto è notevole.

ps: Santamaria, protagonista di Jeeg Robot, è il doppiatore di Bale in Batman. Questo video era quindi inevitabile.

Must See #87953 - HELL'S CLUB.MASHUP/MOVIE.OFFICIAL.AMDSFILMS.



Signori e signore, inchiniamoci davanti a questa idea e alla sua realizzazione.

martedì 1 marzo 2016

Milan - Alessandria 5 a 0. Le mie pagelle.

Pagelle (solo di chi mi pare) di una partita vista solo un po' per noia e un po' per curiosità (con questa sono 3 partite del Milan viste negli ultimi 3 anni).
La lettura è vietata a chi vilipendia la corte accostando questo risultato alla sacra parola manita.

ABBIATI  5.5
Gioca ancora, non lo sapevo (forse nemmeno lui). Non ha un cazzo da fare e sarebbe un s.v. politico, ma si fa passare tra le gambe l'unico pallone pericoloso della partita dei grigi. Per fortuna c'è il bimbo con la maglia numero 2.
#intelligentemanonsiapplicafinoinfondo

JOSE' MAURI 6,5
Mi è piaciuto. Entra, sbaglia poco e approfondisce gli spazi con lanci precisi sulle fasce. Lotta sui palloni ed esprime più carattere lui di 79 Honda (inteso il giocatore). Se ho capito l'andazzo, il Milan lo ha comprato per vincere la coppa italia (zero presenze in campionato). Urrah!
#piccoloaiutantedibabbonatale (non sapevo cosa scrivere, ma è piccolo e tenero e morde)

ROMAGNOLI dal 6 al 7
Doppietta. Contento per lui.
Meno per la difesa dell'Alessandria che - per capire meglio dove si sbaglia - si fa infilare due volte nello stesso identico modo da un giocatore che non segna nemmeno quando gioca agli undici con gli amici.
In difesa svolge il compitino per bene.
#controlCcontrolV

HONDA 6,5 + 3 = 9,5 / 2 = 4,75 arrotondato per difetto 4,5
Voto frutto della media tra la sua prestazione da interno di centrocampo discreto (corre, copre tutta la sua zona riversandosi a copertura anche della difesa: è il ruolo che davvero gli compete ma nessuno lo sa!) e le madonne che gli tiro quando vedo che sulla sua maglia c'è davvero un numero 10, appartenuta in passato a gente come Rui Costa e Seedorf (tralasciamo Boateng per carità). Uno spettacolo più triste e desolante di quella volta che andai al circo dell'orfanotrofio. Mai un colpo, mai un'apertura, mai una rifinitura, mai lo spirito, mai l'anima. Mai na gioia. Cazzo. Toglietegli il numero 10 porca puttana. 
#nonlosopporto

KUCKA 7+
Migliore in campo in assoluto, pur non avendo giocato il secondo tempo (il cui livello è stato comunque un allenamento). Corre, recupera, imposta e si fa prendere da qualche raptus di "regia e magia" con tunnel, dribbling e cambi di gioco. Se la partita fosse una cena, non sarebbe delle più pregiate: ecco quindi un vino rustico come un lambrusco, ma elegante e necessario come un chianti.
#unicagioia #veronumero10

MENEZ 7
Scopro che mancava da qualche mese e al "debutto" segna un paio di gol. L'avversario non è titanico ma sti cazzi. Cincischia meno di quello che ricordassi: probabilmente Mihajlovic ha minacciato di stuprarlo con un tronco di sequoia in caso di ghirigori. 
Tra l'altro a volte corre!
#benritrovato

BACCA 7
Sul 4 a 0 vola da solo davanti al portiere. E cosa fa? La cosa giusta: non segna. Invece di piazzare il piattone si ricorda che è un colombiano matto da legare, che gli piacciono i tronchi di sequoia nel culo e piazza un esterno di triveliana memoria (sigh). E il pallone finisce chissà Dio dove. Per me questo basta e avanza per valutare sopraffina la sua prestazione. Certo, un altro al posto suo lo avrei impalato.
Poi oh, ruba un paio di palloni a Balotelli.
#funambolonecessario 

BALOTELLI 3
Fate qualcosa. O lo rivitalizzate a suon di mignotte o a suon di coccole. Probabile che la soluzione sia assoldare una troia affettuosa. Una di quelle con i pon pon sulla frusta. 
Non fa un cazzo, peggio di Abbiati. Per fortuna che quei pazzi adorabili dell'Alessandria gli consentono di aggiornare le sue statistiche su wikipedia.
Non ho idea di come fosse prima, ma ricordo belle cose ai tempi di Euro 2012. 
Ci è o ci fa? E' sempre stato solo un bluff? E' la classica meteora che si consuma in uno sbadiglio? E' solo uno svogliato? Peccato. Mi sa che questo era l'ultimo anno per dimostrare qualcosa e ha perso l'ultimo treno per sempre.
#addioegraziepertuttoilpesce

ALESSANDRIA 10
Sul 3 a 0 si riversano in attacco. 
Così si fa.
Punto.

martedì 23 febbraio 2016

Porpora #2

Non c'entra niente il porpora, gli disse appoggiato al bancone, storto però concentrato. Se devi parlare di tuo padre fallo e basta, non ti infilare in metafore impossibili e immagini inspiegabili, figuriamoci colori, non mi stai capendo gli rispose lui, in questo momento tutto ciò che vedo è solo porpora, solo e soltanto porpora, risuonano campane della memoria lontane come il futuro che non immagini (o ti manca il coraggio per farlo?) e fermo qui vedo porpora, ma cosa significa, che cosa ti rappresenta? Non lo so, non ho mai nemmeno studiato i colori, non so distinguerti tra un blu scuro e un indaco ma tutto ciò che so ruota intorno a questo colore e di solito ciò che ruota è bianco, ti manca?, mi mancano i suoi occhi, mi manca la parola che non è mai di troppo, mi manca la stronzata che sdrammatizza quando non serve sdrammatizzare, mi manca l'euforia, ehi vacci piano, col cazzo: ho cominciato e decido io quando smettere, mi manca la follia, dai arriva al dunque che fino adesso è un elenco di banalità, e tu saresti un amico? sì e sono stanco e voglio andare a dormire, allora ti dico che mi manca farmi un giro in macchina con lui anzi credo mi manchi sapere cosa sarebbe successo non fosse successo.
E ora? Intorno dormono anche le mosche e la televisione va consumandosi su repliche e repliche, il locale sta per chiudere porco cazzo che domani c'è gente che lavora, facciamo una passeggiata?
Ora sarebbe più vecchio di prima, probabilmente avrebbe qualcosa in più da dirmi e meno da insegnarmi (lo ha mai fatto?) e di nuovo il porpora: lì un murales con scritto "non abbatterti, sono solo castelli che bruciano" tutto porpora è il ventaglio della memoria che soffia nel caldo della sbronza triste ma non troppo, perché comunque è necessario mantenere una dignità, e comunque la dignità ce la giochiamo anche da sobri ad ogni scelta che facciamo, però io non ho scelto di perdere mio padre, lui ha scelto di andarsene? E qui rimasero in silenzio, un lungo silenzio intubato mentre i camion della nettezza scorrevano in sottofondo ma non erano titoli di coda perché, andiamo, per chiudere ci vuole almeno una colonna sonora, non c'è niente di meglio dei Police, anzi andiamo con Clapton e finalmente gli chiese ma non hai sonno?
Sì.
Buonanotte.
Non si conoscevano ma si bastarono, entrambi allo stesso modo. Non c'è un modo per incastrare le persone, a volte il cazzo di caso le unisce in base a variabili che non sono chiare né a Dio né al Demonio, figuriamoci al tempo (che è un affittuario scomodo della pazienza dei primi due) e lo spazio è già a dormire da un pezzo.
La notte scese, anche i sogni.
Porpora.
Per entrambi.
E basta.

venerdì 22 gennaio 2016

Per amor della patata.

Lui vide la foto.

- Ma quella è una patata!
- Si è una patata.
- Mio dio è davvero una patata.
- Commovente vero?
- La devo avere.
- Penso di averla buttata o mangiata, quella sera è venuta la mia ex moglie e...
- No, non hai capito caro il mio maestro: voglio questa fotografia, anzi, questo ritratto perché di questo stiamo parlando, di un ritratto.
- Non saprei ci sono molto legato, averlo qui mi fa sentire al sicuro.
- Esatto mi ha dato proprio questa sensazione e poi andiamo stiamo parlando di una foto di Kevin Abosh.
- Così mi imbarazzi, sai che non reggo le lusinghe micione.
- Spara una cifra artista.
- Non saprei, non so stimare l'inutilità di un'azione, figurati se... 
- 1.000.000,00 di $: può bastare?
- E' tuo.

Durante il trasporto il ritratto cadde in una pozzanghera, poi prese fuoco e poi esplose. Il collezionista si sparò un colpo in testa, poi si impiccò e infine si buttò dalla capanna sull'albero di suo nipote. 

Ai funerali parteciparono moltissime patate.



La cosa drammatica è che fino a un certo punto questa storia è vera.

http://www.repubblica.it/speciali/arte/2016/01/22/foto/ritratto_di_patata_la_foto_venduta_per_un_milione_di_euro-131786630/1/?ref=HRESS-4#6

domenica 26 aprile 2015

Considerazione #857 - La domenica pomeriggio e i problemi

In una domenica pomeriggio puoi fare tutto, tranne trovare la soluzione perfetta a un problema venuto fuori la domenica pomeriggio.

lunedì 20 aprile 2015

Scoop #432534 - Youth e Toni Servillo

Youth, Sorrentino: Toni Servillo verrà candidato miglior attore protagonista per l'incredibile interpretazione nei panni di Michael Caine.

venerdì 20 marzo 2015

"Eclisse ne frega!" (Cit. Rob Saetta)

A chi volesse guardare l'eclisse consiglio di non stare a Milano.

giovedì 19 marzo 2015

Must See #39 - INGLOURIOUS BASTERDS - "HI SALLYS"



Quentin Taratino aveva una sua editor favorita, si chiamava Sally Menke. Agli attori chiedeva sempre di salutare Sally in camera così da farla sentire meno sola durante il suo lavoro di edizione. Purtroppo nel 2010 Sally è venuta a mancare. In suo ricordo rimangono i film di Tarantino, da lei stupendamente editati, e questo collage di scene tagliate dove gli attori la salutano e in un certo modo la rendono un membro partecipe alle riprese nonstante il suo lavoro avvenga dopo e in solitario.
Ciao Sally!

martedì 17 marzo 2015

Must See #38 - Audi Service TV-Spot "Mechanics"



CREDITS
Client: Audi
Title: "Mechanics"
Agency: Thjink Berlin GmbH
Executive Creative Director: Stefan Schulte
Creative Director: Siyamak Seyedasgari
Account: Nicole Bierwolf, Hendrik Heine
Director: Sebastian Strasser
Production Company: RadicalMedia Berlin
Director of Photography: Roman Vasyanov
Producers: Christoph Petzenhauser, Kathy Rhodes, Yan Schoenefeld
Casting: Julia Kim (U.S.), Francesca Green (U.K.)
Editor: Paul Hardcastle, Trim Editing
Colorist: George K, MPC London
Score: Robert Cairns
Visual Effects: Time Based Arts, London
Visual Effects Supervisor: James Allen
Visual Effects Lead Artists: James Allen, Sheldon Gardner, Steven Grasso

giovedì 12 marzo 2015

Considerazione #682346 - The Butterfly Effect

Mentre sono irritato su un treno immobile tra sesto e Milano, osservo una farfalla svolazzare sull'altro binario. Fino a quando passa il treno che la travolge e, ne son quasi sicuro, disintegra.
Mi do pace. 
C'è sempre qualcuno che ha una giornata peggiore della nostra.