giovedì 23 gennaio 2014

Posto riservato.

Grazie #atm che tuteli disabili, obesi e preti.
Buongiorno.


lunedì 20 gennaio 2014

Nuove stazioni a Milano.

Papiniano. Fermata Papin... Eh?
Buongiorno!
Soprattutto ai disgraziati disorientati sulla linea verde alla ricerca del Wall Street Institute.


sabato 18 gennaio 2014

Radioattivi. (Flusso di coscienza)

"Benvenuti nell'età nuova" campeggia sul desolato striscione teso tra i due lampioni spenti della città in piena notte nel cuore della radura dove non so come sono capitato dopo una parte di vita spesa a cercare qualcosa più di un sentiero, qualcosa più di un incrocio, qualcosa più di un ingorgo. "Il peggio è passato" dicono da queste parti e lo scopro quando tra una puttana e un sorriso forzato spuntano alcuni marmocchi veri che ancora sanno di placenta e innocenza. Ritrovo l'odore della salsedine e delle balene arenate e squartate da una guerra che non sapranno mai, finite come sono in questo caos senza troppe pretese se non quella di vivere, e vaffanculo al giorno in cui l'uomo ha abitato questo mondo, olio raffermo tra gli ingranaggi di un meccanismo sì naturale, sì cosmico, sì forse perfetto, ma come ogni cosa bella, così come il gioco bello, ha vita breve come quella di un fiammifero che accende una sigaretta, e riempire il tamburo di una revolver senza soluzione di continuità, questo è quello che mi rimane di ciò che mi ha privato quell'abitudine bastarda che hanno gli uomini di sbranarsi per gli stessi motivi chiamandoli con nomi diversi: ma questo basta e avanza per lapidare, violentare, torturare, infierire, bucare, crocifiggere, astenersi perditempo, non si salvi chi può e dai cerchiamo alleati tra i nostri nemici per trucidare i nostri amici che tanto abbiamo tutti il sangue rosso ma a tutti piace il sangue rosso e ci accorgiamo di averlo rosso solo quando ormai è troppo tardi per chiedere scusa o per vantarsi di una gloria tamponata dalla terra in cui torneremo come cenere come tutti quanti diventiamo quando i giochi sono finiti, e non è la campana, nemmeno il tris, nemmeno la morra cinese, insomma questi marmocchi imparano il gioco della guerra, urlano "bang! sei morto" e non sanno nemmeno che la vita è ciò che ci tiene in vita e l'unico modo per imparare a essere grandi è divorare la merda di cui li nutriamo quando dimentichiamo che prima di essere grandi eravamo piccoli, formiche di fronte l'universo, e invece di goderci il mistero di come cazzo ci siamo arrivati in questo mistero lo scavalchiamo come qualcosa di superfluo, scontato, recuperato dal bancale di un discount prossimo al fallimento quando intorno la gente urla "prima donne e bambini, prima donne e bambini" e nei bunker ci entra solo polvere e fuliggine di corpi inceneriti dal fuoco che qualche nostro antenato aveva inventato per proteggere e noi non siamo riusciti a far niente se non stuprare quell'intuizione di un essere che non sapeva risolvere logaritmi, né uscire da labirinti, eppure come un nonno saggio ci aveva lasciato in eredità un posto meraviglioso che era il nostro futuro.

martedì 14 gennaio 2014

DISCLAIMER: Quella che segue è un'arrogante polemica di un figlio di puttana qualsiasi: me.

Piantatela di dare del "genio" agli autori di opere che non vanno oltre l'opportuna intuizione.
Il "genio" ci spiazza con qualcosa che non credevamo possibile o che non sapevamo che esistesse, gli altri sono semplicemente arrivati prima di noi oppure hanno fatto qualcosa che noi non avevamo voglia di fare.
(E' qui sottinteso un invito: non aspettiamo i "geni", svegliamoci e diventiamolo).

- No all'appiattimento delle virtù umane. -

La mia vita con Natalie Portman. #1 Dopo colazione.

Natalie Portman sta bene. Abbiamo trascorso una notte memorabile.
Io a casa mia, lei a casa sua.
Buongiorno!

lunedì 13 gennaio 2014

Senza titolo. Titolo senza.

Se solo penso...
Se penso solo...
Penso se solo...
Penso solo se...
Solo se penso...
Solo penso se...

Buon pomeriggio.
Pomeriggio buon.

Omonimie pericolose (per me)

Qualche anno fa. Mia madre davanti la tv. Dò un'occhiata, ascolto. Rido maligno.
"Che puttanata. Quello si chiama come Superman".
"E' Superman".

(era la prima puntata di Smallville)

Buondì.

venerdì 10 gennaio 2014

"Storia di una storia della settimana scorsa che non era ancora finita". Capitolo IX. Il Distacco.

Disclaimer: questo romanzo è scritto di getto e lo scrivo quando ne ho voglia. La storia, proprio per la sua natura casuale, attraversa generi e linguaggi diversi, senza alcuna pretesa di sensatezza. Non vi rimane che leggere e, quando/quanto possibile, divertirvi. Voster Guido Ingenito.
"Storia di una storia della settimana scorsa 
che non era ancora finita". 
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Capitolo IX. Il Distacco.

Era stata una vacanza piuttosto pacata, ma in quelle due settimane io e Ash riprendemmo le forze necessarie per proseguire questo romanzo. Arturo no, ma visto che non lo conosco chi cazzo se ne frega. Ash era particolarmente carico, come da tempo non lo vedevo, o meglio come mai non lo avevo visto. Io invece avevo una gran voglia di fare casino e cercavo una scusa buona per scatenarne uno ogni minuto, ma vista la mia fisicità pari a quella di un lenzuolo, optai per il caos nelle mie scritture. Ringalluzzito ne approfittai allora per bere un paio di birre, in fin dei conti mi piaceva l'alcool e sono un appassionato di azioni immotivate. Non tutto deve avere una spiegazione. E stavo optando per il caos nelle mie scritture. La cosa piacque molto anche ad Ash che ne approfittò per inventare una macchina che imboccasse solo strade senza senso. Ci riuscì, ma visto che quel gioco di parole l'avevo già utilizzato io in un capitolo precedente, ripose l'attrezzatura e voltò pagina.

L'imbecille.

Potete fare la Rivoluzione Industriale, quella Francese, quella Americana, potere fare il 68, il 77, uscire indenni da Tangentopoli, farvi travolgere dalla post modernità con le sue "app", le macchine ibride e I suoi grattacieli. Ma ci sarà sempre l'imbecille che sta a sinistra sulla scala mobile.
Firma la mia petizione per abbattere questi dementi.
Buongiorno.

giovedì 9 gennaio 2014

Must See #20. Steve Cutts - Man


MAN from Steve Cutts on Vimeo.

Steve Cutts è tra i più talentuosi osservatori e animatori dei nostri anni. In questo spassoso cartone realizzato in Flash e After Effects eccovi l'Uomo alle prese con il mondo che lo circonda.

martedì 7 gennaio 2014

Must See #19. Terminator - How It Should End


"Dimenticate il passato. Il futuro è terminato"

Il T-1000 è tornato. 
Il Dr. Brown e Marty McFly sono in pericolo.

Spassosissima rivisitazione di un film cult che ne incontra un altro altrettanto cult. 
Visitate www.howitshouldhaveended.com per i finali dei film che non avete mai osato immaginare.

domenica 5 gennaio 2014

Due film da vedere (no opinione inside)

Ieri notte mi sono sparato The Fighter e Detachment. Tralasciamo il primo, storia bellissima, regia superba così come la direzione degli attori (Bale è SUPREMO). Il secondo mi ha fatto sentire un buco allo stomaco: quando uscirà un film con i controcazzi sull'istruzione/insegnamento in Italia?

Bellissimi entrambi, consigliatissimi. 

venerdì 3 gennaio 2014

Martin Scorsese: Lettera a mia figlia.

Carissima Francesca,
ti scrivo questa lettera per parlarti del futuro, che io vedo attraverso la lente del mio mondo. Attraverso la lente del cinema, che ne è sempre stato al centro.

Nel corso degli ultimi anni sono arrivato alla convinzione che il cinema col quale sono cresciuto, quello che vive nei film che ti ho mostrato sin da quando eri piccola e che fioriva quando io ho iniziato a fare cinema, sta arrivando alla fine del suo ciclo. Non mi riferisco ai film che sono già stati girati, ma a quelli che devono ancora venire.

Non scrivo queste parole né con desolazione né con un senso di sconfitta. Al contrario: io penso che il futuro sia molto luminoso.

Abbiamo sempre saputo che il cinema è un business, e che la sua arte è stata possibile perché compatibile con le esigenze del business. Quando abbiamo iniziato, negli anni Sessanta e Settanta, nessuno di noi si è fatto illusioni su quel fronte. Sapevamo che avremmo dovuto lavorare duramente per proteggere ciò che amavamo. Sapevamo anche che saremmo andati incontro a periodi difficili. E credo che, in qualche modo, avessimo anche intuito che sarebbe arrivato il giorno in cui qualunque elemento scomodo o poco prevedibile del fare cinema sarebbe stato ridotto al minimo, forse addirittura soppresso. L’elemento più imprevedibile di tutti? Lo stesso cinema. E la gente che il cinema lo fa.

Non voglio mettermi a ripetere cose che sono state dette e scritte da tanti altri prima di me, sui cambiamenti di questo business, e sono rincuorato dalle eccezioni alla direzione generale verso cui sta andando il cinema: Wes Anderson, Richard Linklater, David Fincher, Alexander Payne, i fratelli Coen, James Gray e Paul Thomas Anderson riescono tutti a produrre i loro film. E Paul è riuscito non solo a fare “The Master” in 70 mm, ma anche a mostrarlo in quel modo in varie città. Tutti quelli che amano il cinema dovrebbero essergliene grati.
Sono commosso anche dagli artisti che continuano a fare i loro film in tutto il mondo, in Italia, in Francia, nella Corea del Sud, in Gran Bretagna, in Giappone, in Africa. Diventa ogni giorno più difficile, ma i loro film riescono a farli.

Non penso di essere pessimista, però, se dico che l’arte del cinema e il business del cinema sono arrivati a una svolta.

L’entertainment audiovisivo e ciò che conosciamo come cinema - immagini in movimento concepite da individui - sembrano andare verso direzioni diverse. In futuro, probabilmente, vedrai il cinema sempre meno sugli schermi dei locali multisala e sempre di più in sale piccole, oppure online e, presumo, in spazi e situazioni che non posso nemmeno prevedere.

Ma allora, Francesca, perché dico che il futuro è luminoso? Perché, per la prima volta nella storia di quest’arte, i film possono davvero essere fatti con pochi soldi. Quando io ero giovane era impossibile: i film a bassissimo budget sono sempre stati l’eccezione più che la regola. Ora è il contrario. Puoi avere immagini bellissime con cineprese assolutamente abbordabili. Puoi registrare suoni, montare e mixare e correggere il colore a casa tua. Tutto questo sta accadendo davvero.

Ma con tutta l’attenzione prestata alla meccanica e ai progressi tecnologici che hanno portato a questa rivoluzione nel cinema, c’è una cosa importante che devi ricordare: non sono le macchine a fare il film, sei tu. Poter prendere una cinepresa e iniziare a girare e poi mettere il tutto assieme con Final Cut Pro è una forma di libertà, ma fare un film - il film che senti di “dover” fare - è un’altra cosa. Per la quale non esistono scorciatoie.
Se John Cassavetes, mio amico e mentore, fosse ancora vivo, farebbe sicuramente ricorso a tutta la tecnologia disponibile oggi. Ma continuerebbe a ripetere le cose che ha sempre detto - che devi essere totalmente dedito al lavoro, che devi dare tutto te stesso e che devi proteggere quella prima scintilla che ti ha portato a fare quel film. Devi proteggerla con la tua vita. In passato, dato che fare cinema era così costoso, dovevamo combattere stanchezza e compromessi. Nel futuro, dovrai avere una tempra d’acciaio per opporti a qualcos’altro: alla tentazione di seguire la corrente come tutti e di lasciare che il tuo film stia semplicemente a galla.

Questo non vale solo per il cinema. Le scorciatoie non portano mai da nessuna parte. Non sto dicendo che tutto deve essere difficile. Sto dicendo che la voce che ti accende è la “tua” voce. La luce interiore, come dicevano i Quaccheri.

La luce sei tu. Questa è la verità.
Con tutto il mio amore,
papà.

Martin Scorsese

(copiato e incollato da L'Espresso)

giovedì 2 gennaio 2014

Un ottimo inizio.

Non ho molto da raccontare, di sicuro non ho promesse.
Beh, è già un ottimo inizio.
Buon anno a tutti!