martedì 30 agosto 2011

Nessuno può capire questa sbronza

In mezzo alle cose buttate appunti mai riletti post it mai attaccati mozziconi che ancora puzzano e chissà cosa diavolo d'altro lì in mezzo c'è molto di quello che non vorrei fosse lì in mezzo non mi son sentito costretto non mi ci sento più nessun senso di colpa meschino e bugiardo perché non esiste niente di più facile al mondo che mentire a se stessi più di una volta quasi che diventa un'abitudine quasi che ci si convince che le cazzate che ti racconti sono la verità e passi la serata e aspetti di incrociare quello sguardo solo che ogni cazzo di volta ti dimentichi di sorridere cristo santo

Ora sono vicini - Ultima parte.

- Una numero uno, dici?
- Ti basta solo guardarmi.
L'abbraccio è di troppo. Niente scene drammatiche, lui lo sa. Lui vorrebbe ma sa che lei non lo sopporterebbe.
Il compromesso, quel venirsi incontro perché ci si ama, deve lasciar spazio al rispetto per l'altro. Al sacrificio della propria indole. Sapendo di non ottenere nulla in cambio. Si da perché si vuol dare, non perché si vuol ricevere.
Difficile dire se si è soli oppure insieme. Forse si è soli insieme.

giovedì 18 agosto 2011

Ora sono vicini. E' il momento. - Seconda parte.

- Magari cambio idea tra cinquant'anni. Ma adesso non è il momento.
Lui la guarda. Rapito da quella verità nata nel dolore che lui conosce troppo bene. Comprendere è dire troppo. Ma conoscere quel dolore gli è sufficiente per capire quanto orgoglio e anima abbiano lo stesso peso.
- Non sei curiosa di...
- No. Non è il momento.
Lei è dietro un muro spesso chilometri di sofferenza. Mica una vita facile la sua, lui lo sa. Trascorsa a proteggere e mai a proteggersi.
Lei non si era mai concessa. Quando lo ha fatto, quando si è liberata, quando ha smesso di avere paura ci è voluto poco tempo (troppo poco) per rimanere delusa. Affranta.
Lei sente di aver sbagliato. Lei è il peggior fallimento della storia.

mercoledì 17 agosto 2011

Ora sono vicini - Prima parte.

Lui la raggiunge sul balcone, si guarda intorno come se prima o poi possa spuntare qualcosa di interessante da osservare.
Lei lo guarda. Non ama la sua barba, pensa gli nasconda gli occhi che non smetterebbe mai di fissare. Lì dentro lei ci vede lui. Con tutto l’amore. Tutto il dolore. Tutta la paura. Tutta la speranza. E aspetta che smetta di osservare. Sa che vuole parlare. Lo conosce. E infatti sta zitta. Aspetta. Lo ha sempre fatto. Non perché sia una donna paziente, tutt’altro. Semplicemente sa che deve farlo.

giovedì 4 agosto 2011

Pink Floyd - One Slip (A Momentary Lapse of Reason, 1987) - Traduzione

Uno sguardo inquieto in una stanza esausta
Uno sguardo annebbiato ed ero sulla strada per la rovina
La musica suonava e suonava ancora
mentre volteggiavamo senza fine
Nessun cenno, nessuna parola per difendere l’onore di lei
‘Lo farò, sì…lo farò’ ella mi disse in un sospiro
E poi ravvivò la sua chioma
mentre la mia fermezza veniva messa a dura prova
Poi, annegati nel desiderio, le nostre anime in fiamme
Aprii la strada verso la pira funebre
E senza porre alcun pensiero alle conseguenze
Mi arresi alla mia disfatta
uno scivolone e cadiamo giù nel buco
Sembra non occorra nemmeno un po’ di tempo
Una momentanea perdita di raziocinio
Che lega una vita per la vita
Un piccolo rimpianto che non dimenticherai
Non si dormirà qui dentro, stanotte
Era amore, o era solo l’idea dell’amore?
O era la mano del fato che sembrava calzare come un guanto?
L’attimo scivolò via e presto i semi furono gettati
L’anno passò lento e nessuno volle rimaner solo
uno scivolone e cadiamo giù nel buco
Sembra non occorra nemmeno un po’ di tempo
Una momentanea perdita di ragione,
che lega una vita ad una vita
L’unico rimpianto che non dimenticherai mai
Non si dormirà qui dentro, stanotte
uno scivolone, uno scivolone.