martedì 23 febbraio 2016

Porpora #2

Non c'entra niente il porpora, gli disse appoggiato al bancone, storto però concentrato. Se devi parlare di tuo padre fallo e basta, non ti infilare in metafore impossibili e immagini inspiegabili, figuriamoci colori, non mi stai capendo gli rispose lui, in questo momento tutto ciò che vedo è solo porpora, solo e soltanto porpora, risuonano campane della memoria lontane come il futuro che non immagini (o ti manca il coraggio per farlo?) e fermo qui vedo porpora, ma cosa significa, che cosa ti rappresenta? Non lo so, non ho mai nemmeno studiato i colori, non so distinguerti tra un blu scuro e un indaco ma tutto ciò che so ruota intorno a questo colore e di solito ciò che ruota è bianco, ti manca?, mi mancano i suoi occhi, mi manca la parola che non è mai di troppo, mi manca la stronzata che sdrammatizza quando non serve sdrammatizzare, mi manca l'euforia, ehi vacci piano, col cazzo: ho cominciato e decido io quando smettere, mi manca la follia, dai arriva al dunque che fino adesso è un elenco di banalità, e tu saresti un amico? sì e sono stanco e voglio andare a dormire, allora ti dico che mi manca farmi un giro in macchina con lui anzi credo mi manchi sapere cosa sarebbe successo non fosse successo.
E ora? Intorno dormono anche le mosche e la televisione va consumandosi su repliche e repliche, il locale sta per chiudere porco cazzo che domani c'è gente che lavora, facciamo una passeggiata?
Ora sarebbe più vecchio di prima, probabilmente avrebbe qualcosa in più da dirmi e meno da insegnarmi (lo ha mai fatto?) e di nuovo il porpora: lì un murales con scritto "non abbatterti, sono solo castelli che bruciano" tutto porpora è il ventaglio della memoria che soffia nel caldo della sbronza triste ma non troppo, perché comunque è necessario mantenere una dignità, e comunque la dignità ce la giochiamo anche da sobri ad ogni scelta che facciamo, però io non ho scelto di perdere mio padre, lui ha scelto di andarsene? E qui rimasero in silenzio, un lungo silenzio intubato mentre i camion della nettezza scorrevano in sottofondo ma non erano titoli di coda perché, andiamo, per chiudere ci vuole almeno una colonna sonora, non c'è niente di meglio dei Police, anzi andiamo con Clapton e finalmente gli chiese ma non hai sonno?
Sì.
Buonanotte.
Non si conoscevano ma si bastarono, entrambi allo stesso modo. Non c'è un modo per incastrare le persone, a volte il cazzo di caso le unisce in base a variabili che non sono chiare né a Dio né al Demonio, figuriamoci al tempo (che è un affittuario scomodo della pazienza dei primi due) e lo spazio è già a dormire da un pezzo.
La notte scese, anche i sogni.
Porpora.
Per entrambi.
E basta.

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