domenica 28 settembre 2014

Gigino Mastrocofari e la bocciatura.

Gigino Mastrocofari viene bocciato due volte in prima superiore. Studiare non gli piace, non ce n'é. Decide quindi di abbandonare la scuola. Dopo un lento e snervante peregrinare nel precariato e nella disoccupazione, Gigino riesce comunque a trovare un lavoro per cui è sufficiente la licenza media. Il ragazzo, ora 25enne sgobba e si da fare. 8 ore al giorno a 900 euro al mese ma riesce a prendersi un monolocale (500 euro al mese, spese incluse). Nel tempo libera gioca in terza categoria la domenica nella squadretta del suo quartiere, va a pescare insieme allo zio che gli regala l'attrezzatura e si prende di tanto in tanto una birretta alla pizzeria sotto casa con gli amici. Molti suoi ex-compagni delle superiori hanno fatto l'università. Alcuni di loro, con cui è rimasto in contatto, lavorano e tra le altre cose possono permettersi un viaggetto ogni tanto fuori dall'Italia. Gigino lascia perdere l'invidia e si accontenta della vita che ha: in fin dei conti non è male avere il sabato e la domenica liberi. Anche se sarebbe bello poter fare qualcosa di più divertente. Ma non ci sono abbastanza soldi. Gigino ha una casa sua, è indipendente, certo: ma quando i suoi amici organizzano un weekend al lago lui deve rinunciare e a malincuore tenere duro in attesa di un miglioramento che prima o poi riuscirà a guadagnarsi.
Gigino conosce Loretta Bentibevo. I due si innamorano e si sposano. Prendono un bilocale che costa 800 euro al mese e si godono la vita coniugale, bastandosi e concedendosi il lusso di qualche sfizio grazie al miglioramento delle loro carriere: lui guadagna ora 1100 al mese, lei 1000.
Dopo due anni decidono che possono avere un figlio. Hanno risparmi sufficienti per poterlo mettere al mondo, per il resto si promettono di darsi da fare per il suo mantenimento e per la sopravvivenza della famiglia. Nasce Gianlorenzo. Il bambino dorme in soggiorno. 
La coppia fa fatica a mantenere la famiglia, ma in qualche maniera si arrangia e va avanti, garantendo per quanto possibile una vita dignitosa al piccolo Gianlorenzo, il quale si guarda intorno e vede i compagni di classe alle prese con giochi e attività per i quali sono necessari esborsi che i suoi non possono permettersi che, nel frattempo, hanno traslocato in soggiorno regalando al figlio la prima camera da letto della sua vita. 

Senza consultare indagini statistiche, esperti in materia, premi nobel e oracoli la coppia si attiva in piena autonomia e consapevolezza affinché Gianlorenzo studi quanto più possibile per assicurarsi un futuro migliore di quello che le condizioni attuali gli permetteranno. 
Gigino e Loretta insegnano a Gianlorenzo che studiare fa bene, è bello, è divertente e gli servirà un sacco in futuro perché "solo chi studia ce la fa davvero". Gigino se l'è dimenticato, ma quelle parole gliele dicevano tutti i professori che aveva incontrato durante la sua breve carriera scolastica. Il piccolo Gianlorenzo impara quindi che essere promossi è la normalità, perché chi studia va avanti, sempre di più. Non solo: chi studia arriva prima degli altri. Studiare significa avere qualche mazzo di chiavi in più quando toccherà aprire qualche porta nel corridoio delle opportunità lavorative, quelle più ostiche, più inaccessibili e per forza di cosa più redditizie. Perché studiare significa imparare la responsabilità e assumersene in prima persona: più si va in alto, più alti sono i rischi, più alta è la ricompensa. Ricompensa che può poi essere spesa con maggiore creatività.

Gigino ha imparato che bocciare serve. 
Lo ha imparato anche chi non ha voluto imparare.

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