domenica 3 novembre 2013

Stereophonics, Dakota (2005, Language. Sex. Violence. Other?) - Traduzione.


Dakota è il primo singolo estratto dal quinto album in studio Language. Sex. Violence. Other? degli Stereophonics. Il pezzo divenne subito una hit e scalò facilmente le classifiche inglesi, europee e americane, confermando la rock band gallese tra le migliori sulla scena mondiale.
Il pezzo in origine era intitolato Vermillion, ma il nome venne cambiato dopo la pubblicazione di un brano omonimo da parte degli Slip Knot. Venne scelto Dakota, che oltre a essere assimilabile a uno dei due stati americani, è il nome del palazzo newyorkese dove prese casa John Lennon fino al giorno della sua uccisione.
La canzone è una ballad spinta che, sull'ideale strada della vita, percorre a colpi di chitarra e riverberi un rapporto che si è concluso. Perlomeno, questo è quello che ho immaginato io: il protagonista prende la sua macchina e ripercorre la strada dei ricordi senza conoscere la meta.
Ah. E' una delle mie canzoni preferite di sempre. Un po' come tutte quelle che traduco e riporto in questo blog.
 DAKOTA

Ripensando, ripensando a te,
estate, credo fosse giugno.
Sì, credo fosse giugno.
Disteso, la testa sull'erba,
gomme da masticare, ci facevamo qualche risata.
Sì, ci facevamo qualche risata.

Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
L'unico.

Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
L'unico.

Bevendo, da bere per due,
bevendo con te,
quando bere era una novità.
Dormendo sul retro della mia macchina,
non siamo mai andati lontani,
non ne avevamo bisogno.

Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
L'unico.

Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
L'unico.

Io non so dove stiamo andando adesso.
Io non so dove stiamo andando adesso.

Il telefono che squilla la sveglia (servizio fornito dagli alberghi - n.d.t.),
caffè e succo,
ricordando te,
a cosa ti è successo.

Mi chiedo se ci incontreremo di nuovo,
se parleremo della vita da quel momento,
e del perché sia finita .

Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
L'unico.

Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
Mi hai fatto sentire come se fossi l'unico.
L'unico.

Io non so dove stiamo andando adesso.
Io non so dove stiamo andando adesso.

Guardami, ora!
Guardami, ora!
Guardami, ora!
Guardami, ora!
Guardami, ora!

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