giovedì 15 settembre 2011

Riflessione II

Dividere il mondo in buoni o cattivi è un'esperienza drammatica, per chi lo fa e per chi lo subisce.
A volte è l'ignoranza che porta a farlo, molte altre è l'aver toccato il dolore, quello vero, quello provato solo da chi ha voluto rischiare mandando a fanculo qualsiasi paura.
Di solito, senza limiti estremi di tempo, il mondo torna com'era prima, un posto vissuto da sei miliardi di piccoli storie in continua evoluzione.
Questa si chiama visione dinamica.
Ma c'è chi preferisce una visione statica, fatta di falsa accettazione di un dolore provato e indifferenza corrosiva verso chi meriterebbe di non far parte nè dei buoni e nemmeno dei cattivi.

Ho scoperto di capire tutto questo.
Ma l'insensatezza impregna la mia comprensione.


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