sabato 11 giugno 2011

Per la prima volta.

Aspetto solo che entri da quella porta,
puzzo di jack daniels e non sono stato al bar qua sotto.
Non ho nemmeno voglia di andarmi a lavare,
sarebbe insufficiente.
Una presa per il culo.
Ricordi la prima volta che entrammo qui dentro?
Non c'erano mobili e tutto profumava di speranza,
quella della follia, quella dei vergini,
che combattono il mondo con le idee giuste e le armi sbagliate.
Una laurea a testa,
un lavoro precario a testa.
Allora la chiamai "laurea precaria".
Fu la tua prima risata corrotta dai dubbi.

***

La promessa l'ho infranta oggi.
La meno importante.
Ma l'ho infranta.
L'ennesimo euro buttato nel cesso,
l'ennesimo euro valso a nulla.
"Ritenta", c'è scritto.
Vorrei farlo, ma non posso.
Mi odierai.
Non posso permetterti altro.

***

Perseo dorme,
tutto chiuso in sè stesso,
non sa, non capisce.
Il suo universo è così invidiabile.
Tutto finisce nel momento in cui comincia.
La corsa al parco, il frisbee al volo,
l'infatuazione rapida per una cagnolina.
E l'amore infinito di noi due,
uniti, speciali, inidivisibili,
con la voglia di ridere.
Cristo.
Quanto darei ora per essere quel piccolo labrador di sei mesi, chiuso nei suoi sogni, fatti di carezze e salti.

***

Ho bisogno di te,
mai come adesso.
Mai come adesso
ho paura.

***

Il soggiorno è colmo di rate.
Il televisore è una rata.
Il divano è una rata.
Il dvd è una rata.
Passiamo la vita a fare debiti.
Vorrei gettare tutta la finestra.
Ma non sarebbe che l'ennesima rata.

***

La cena perfetta?
Penne al ragù, bicchiere di vino e un caffè.
Perchè si risparmia su tutto,
ma non su pasta, vino e caffè.
Per il resto bastiamo noi.
Già.
Fino a oggi.
E aspetto che quella porta si apra, per potertelo dire.
Una voglia matta di vederti.
Una voglia matta di sprangare quella porta.
E rimanere qui dentro per sempre,
fino a diventare un fossile
utile solo per essere scoperto
tra mille anni.
La gente quando mi vedrà,
esposto in qualche vetrina,
non potrà che guardarmi e guardarmi.
E provare un enorme senso di tristezza e incompiutezza.
"L'uomo che venne licenziato".
Cinque euro a visita.

***

Ricordi?
Entrammo qua dentro che non c'era niente.
Lo riempiemmo di noi.
Ci spogliammo, furiosi, feroci.
Facemmo l'amore su ogni pavimento,
su ogni parete,
lì dove ora ci sono gli accappatoi,
sul balcone,
qua dove era c'è questo tavolo su cui sono fermo da almeno mille anni.
Non ci fu una fine.
Non ricordo nemmeno che finimmo di farlo.
Facemmo l'amore, punto.
La nostra prima volta più bella.
La nostra prima volta più sperata.
Mai come ora vorrei che questa casa fosse vuota.

***

Bastiamo noi due, mi hai sempre detto.
E poi c'è Perseo, mi hai sempre detto.
E poi siamo in gamba, mi hai sempre detto.
Può succedere qualsiasi cosa.
Non me l'hai mai detto.

***

Perseo si sveglia,
scodinzola.
Sei arrivata.
La porta non è sprangata,
io non sarò mai un fossile in vetrina.
Io sto per darti la delusione più forte della tua vita.

***

Entri, appoggi la giacca,
mi vedi qui sul tavolo,
non vedi altro che l'amore della tua vita.
Dopo un ti amo e un bacio mal corrisposto,
di cui non ti curi,
soffro,
sei pronta a cucinarmi qualcosa.
Senza dire niente vai in cucina,
accendi la radio
e cominci a cantare.
Io,
qui,
rimango in silenzio,
cerco qualcosa che non avrò mai.
Le parole giuste.

***

Un piatto di pasta al ragù,
una bottiglia di vino,
il caffè è solo da accendere.
Cosa succede, mi chiedi.
Ti guardo.
Gli occhi, gli zigomi, le labbra, le orecchie, le ciglia.
Sei la donna della mia vita.
Mi getto.
Un bacio.
Ehi, mi dici, con le gote rosse.
E' come se non mi vedessi da mille anni.
Quasi, ti rispondo.
E io sto per scoppiare a piangere.

***

Il vino è finito, prepari il caffè.
Mi accendo una sigaretta.
Ti siedi sulle mie ginocchia,
e ricordo il parco, la panchina.
E il viaggio in Costa Azzurra.
I tuoi genitori, la tua camera da letto colma di pupazzi e libri di fiabe.
Il nostro primo amore,
il nostro primo sesso.
La prima litigata.
Le tue lacrime, gocce di un'infanzia imbattibile e meravigliosa,
protratta nell'eterno.
La tua voglia di sentirti mia.
L'ansia per la patente,
per gli esami.
La mia pazienza quasi al limite.
La tua soluzione riassumibile con un bacio, promemoria dell'eterno vincitore:
il nostro amore.
La tua passione per i frullati, per i Peanuts.
La consapevolezza di quanto fosse difficile stare con me,
fissato con la fortuna a pagamento.
Quante volte hai pianto mentre facevamo l'amore?
Quante volte ho pianto dopo che facevamo l'amore?

***

Ho un'ottima notizia, mi dici.
Io una pessima, ti dico.
Ho visto, mi dici.
Già, ti dico.
Il gratta e vinci è ancora per terra, vicino al divano,
volato lì senza sapere come.
Mi hanno licenziato, ti dico.

***

Ci uniamo.
Tu, bimba, proteggi me.
Da me stesso.
Dalle mie paranoie, dalle mie paure.
Hai già capito tutto.
Come faccio a vivere senza di te?
Ho paura di sapere che tu sai come farlo.

***

No.
Vai via.
Credo per sempre.
Invece torni.
Dalla borsa tiri fuori un biglietto.
Ventimila euro.
Con un euro.
Rido.
Poi scoppio a piangere.

***

Mi accarezzi.
Mi spogli.
Ti spoglio.
Fanculo il caffè.
Facciamo l'amore.
Per la prima volta.


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