lunedì 3 giugno 2013

Caro David Grossman.

Ma perché non funziona tutto come nei film? Perché gli estranei in metropolitana, invece che limitarsi a guardarti, non attaccano bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo? Perché dopo trent'anni, in un caffé del centro, non rincontri mai la persona per cui hai lottato? Perché le madri fanno fatica a capire i propri figli e i padri ad accettarli? Perché la frase giusta arriva sempre durante il momento sbagliato? Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia, di arrivare davanti al portone di qualcuno, farlo scendere, scusarti e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti labbra a labbra e sentirti dire: ‘non importa, l’importante è che sei qui’? Perché non vieni mai svegliato durante la notte da una voce al telefono che ti dice: ‘non ti ho mai dimenticato’? Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi, più estrosi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi, meno vergognosi, meno fragili, sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto del cinema per vedere persone che fanno e dicono ciò che non abbiamo il coraggio di esternare, per vedere persone che amano come noi non riusciamo, per vedere persone che ci rappresentano, per vedere persone che, fingendo, riescono ad essere più sincere di noi.
(David Grossman - Qualcuno con cui correre)
Caro David,
queste sono alcune testimonianze reali.

"Stamattina ero in metropolitana e ho detto a una ragazza che aveva un sorriso bellissimo. Mi ha ringraziato (credo, non mi ha guardato) per poi tacere. Tempo un minuto ed ero sceso dal vagone, sentendomi un criminale. Ero così triste che non sono più riuscito a vendere accendini (non che di solito...però...)."

"Ho rincontrato in un caffè del centro una persona per cui avevo lottato trent'anni prima. Mi ha salutato. Abbiamo parlato. Poi è arrivato suo marito che mi ha ringraziato. Mi ha detto che il mondo ha sempre bisogno di gente che lotta. Mi ha lasciato due euro. Hanno due bambini bellissimi." 

"Ora sto dicendo la cosa giusta nel momento sbagliato." 

"Ho corso fino al suo portone, pioveva a dirotto, l'ho fatta scendere, mi sono scusato, ho iniziato a parlare a vanvera per poi trovarmi labbra a pugno e sentirmi dire "Mi hai fatto scendere con questa pioggia? Vaffanculo".

"Sono tornato a casa mi sono buttato a letto. Dormivo, poi ha squillato il telefono. Del vicino."
Non è umorismo. E' romanticismo. 
Ragazzi e ragazze: fidatevi. Di gente del genere le strade ne sono piene. Provate ad accorgervene. Avrete un'emozione più bella di quando li incontrate nei libri e nei film. 

Buonanotte,

qualcuno (dei tanti) con cui correre.

(ps: grazie a tutti, il blog ha superato le 30.000 visite)

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