sabato 12 gennaio 2013

Il tempo morto.

Eravamo io e lui.
Ricordo bene.
E il cadavere.
Lui me lo ricordo meglio.
Ci si ricorda meglio dei morti, questo è ovvio.
A volte ci si costruisce fortune solo grazie ai decessi.
A volte perché sei la causa. E lavori su commissione. Altre volte perché sei il parente che non ha saputo fare altro nella vita che parassitare sul talento del caro estinto.
Vedi gli artisti. Magari i pittori. Il più delle volte accade con i cantanti. Contanti. Con tanti saluti.
Vedi...
Come non detto.
Ma non disperdiamo.
Che il tempo è denaro.
Che il tempo è denaro?
Sì.
"Il tempo è denaro"
E se non l'aveste capito il tempo è denaro.
E il denaro non può essere tempo.
Non chiedetemi il perché. Così è se vi pare.
Comunque siamo ancora lì, io e lui e un cadavere.
Lo avevamo ridotto a una mongolfiera sgonfia. Un paragone stupido. Quasi avvilente. Ma non trovo altri modi per definire un obeso mitragliato, vestito con le mutande color cesta e le bretelle colorate.
Una morte affatto dignitosa. Sempre che esista un'etica della morte. A questo mi rimetto ai filosofi. Su cui non mi pronuncio sulla loro ragione di vita. Capire la morte. Capire la fine. Che secondo me quando non si ha chiaro l'inizio figuriamoci se può essere limpida la conclusione. Scusate, ho il vizio di andare oltre.
L'avevamo ucciso perché ce lo avevano ordinato.
Come chi? Il cadavere.
Il cadavere è quello che abbiamo ucciso. Che prima era vivo. Quelli che ce l'hanno ordinato sono ancora vivi.
Sta di fatto che, sigaretta alla mano, due notti in bianco sotto gli occhi, scatole di carne e tonno sottolio (lui cucina così male che possiamo dirlo non sa cucinare) a un certo punto lui se ne esce:
- Aspettiamo che nevichi.
- Lauro, che cazzo dici? Non siamo neanche a febbraio.
- Ah, perché non ha mai nevicato al di fuori di dicembre.
- Siamo in Costa D'Avorio. Cazzo.
- Dici un sacco parolacce, sai?
- Mia madre me lo rimproverava sempre.
- E...?
- Le dicevo in altre lingue.
-.Dai sparane qualcuna.
- E' passato così tanto tempo. Lascia perdere.
- Te l'ho mai detto che solo chi lascia perdere sa vincere?
- Questa è di Alessio Luise.
- E vincere, e vinceremo?
- Un mascellone che ha mandato gente a marciare su una città aspettando cagandosi sotto in treno.
- Vedo che hai studiato.
- Lauro, ma di che cazzo stiamo parlando? Abbiamo un cadavere che sembra una groviera lievitata, pesa sì e no circa 120 chili, siamo senza benzina, ci sono rimasti solo 50 euro che i soldi ce li accreditano tra un paio di settimane, siamo in Africa e nel giro di qualche minuto qui si riempirà di gente pronta a strapparci i coglioni.
- Ci conviene farci una dormita. Anzi.
- Oh Gesù.
- E se tutto questo ce lo fossimo solo sognato? Immagina. In realtà noi siamo ancora a casa nostra.
- Lauro. Facciamo così.
Gli sparai. Ne avevo pieni i coglioni. In tutti i sensi, anche quelli stradali. E questa non ha fatto ridere nessuno.
Ora ero da solo.
Ricordo bene.
E due cadaveri.
Me li ricordo meglio.

Nessun commento:

Posta un commento