lunedì 7 febbraio 2011

Radioattivo

Puoi farlo.
Devi farlo.
Un uomo con la pistola è pericoloso anche quando non spara. Gli occhi sono azzurri, ma possono piangere.
Il cielo più sgombro può scatenarsi nel temporale.
Non c'è niente di male a lasciar vivere.
Perchè?
Non sarà difficile dimenticare un uomo che non ti può amare quanto meriteresti, che non ha avute che carezze fredde come l'acciaio. Che non ha fatto che sfregarti e fissarti. Sempre sul punto di fare qualcosa che tu non potresti immaginare, nè capire.
E non ti ho mai detto che anche per me è così. Una vita fatta di bivi senza mai scegliere una direzione. Sotto il culo una molla che non fa altro che pungermi.
Sedie per terra. Cocci di ceramica. Schegge di vetro. Tapparelle abbassate. Il cellulare che squilla per ore.
Perchè ti faccio dubitare di te stessa. Ti rinnego.
Fisso il pezzo di muro del soggiorno. Sfrego la tasca dei pantaloni.
Oggi c'è sole. Non credo durerà.
Perchè non voglio odiarti.
Ti ho preso l'anima per strapparla e ricucirla. Fino allo strappo successivo.
Non puoi più aspettarmi. Non puoi più fare e disfare la tela.
Il tuo bivio. Puoi farlo. Devi farlo.
Che senso ha insistere? Perchè ostinarsi? No. No! Consumare consuma, logorare logora, una piccola crepa può far crollare un muro. Non voglio. Non ti voglio.
Non c'è niente di male a non volerti.
Non sono il tuo bambino. Non sei madre. Non lo sarai dei miei figli.
Devi dimenticare un futuro che hai immaginato solo tu. Il letto matrimoniale, gli anelli, la culla, i primi passi, l'anniversario, un'altra culla, due mani di stucco sul muro del soggiorno. Mano per mano, la testa appoggiata, la risata, il sesso.
Non litighiamo più. Solo insulti e il tuo sguardo di speranza che tutto torni com'era.
Come non è mai stato. È un altro maledetto problema. Non c'è differenza tra adesso e prima. È sempre andata così.
Le sedie per terra, i cocci di ceramica, le schegge di vetro, le tapparelle abbassate, il cellulare che squilla per ore, è sempre stato così, prima delle tue torte, delle tue pulizie di casa, delle tue piccole mani, del tuo viso senza trucco, dei tuoi sogni, del tuo seno. Non sei mai stata paziente: non puoi esserlo con qualcuno che fa fatica a sopravvivere.
Che non sa perché sopravvive. Che non si accontenta di chiedersi "perché'" ma si ammazza anche di perché sui perché. Che fissa quel pezzo di muro che tu vorresti sbriciolare. Che si sfrega la tasca dei pantaloni.
Tutto in pezzi senza essere distrutto. Non è il martello, non è l'incudine, non è la mazza.
La mia testa ha sempre il colpo in canna. Il mirino sempre aperto. Fa parte di me.
Dietro quei centimetri di muro c'è una pistola, lo sai, e non voglio più vederti far finta di non saperlo.
Questa casa è già un poligono e non ha bisogno di altre sagome. Ne basta una.
Puoi farlo. Devi farlo.
Perchè nessuno ti obbliga a rimanere. A nessuno importa che tu faccia quella maledetta valigia e chiuda una volta per tutte questa causa persa. Non saresti la prima e nemmeno l'ultima. I sentimenti sono solo una scusa. Proiettili a salve. Sai che le cose devono andare così.
Prendi e fallo.
Prima di me c'era un altro.
Prima di te non c'era niente.
Tutto sarà così di nuovo.
Per me tutto tornerà dov'era prima. Da nessuna parte.


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