giovedì 14 aprile 2016

Lammidia @ Vinoir - 13.04.16

È la prima volta che impatto con una degustazione di vini naturali di questo tipo. Sono ancora nuovo a questi eventi e, soprattutto, sono ancora piuttosto inesperto in vini e tutto quello che lo circonda.
Ma assaggiando i vini di questa giovanissima azienda abruzzese (2010!) ho sentito, in modo distinto, la naturalità e il biologico dell'approccio essenziale nella produzione del vino.
Gianluca di Vinoir e Davide di Lammida aprono e ci raccontano 5 vini. Fin dal primo, il Bianchetto 2015, avverto all'olfatto la terra. Non so bene come descrivere questa sensazione, spero vi sia sufficiente immaginare di respirare l'aria in mezzo ai campi di qualche collina di regioni marittime: legno, prato, alberi, cantina. Tutti i vini sono collegati da questo fil rouge (anche blanche), orgoglioso e mai superbo. Sembra di bere dei succhi talmente sono essenziali e liberi da ogni correzione.
Uno più buono dell'altro, questa la mia graduatoria:

1) Rosh - divertimento terra terra. La piccola percentuale di Trebbiano permette a questo vino di stemperarsi con un brio davvero allegro, ai limiti della spezialità. La persistenza si riassume nel colpo di fon sulla lingua a degustazione avvenuta.

2) Rosso Carbo - liberazione. Viene sigillato per 2 settimane in macerazione carbonica e, anche se non ho ancora capito di che cosa si tratti, alla degustazione si sente eccome! Il bouquet è romantico e non sdolcinato, sprizza felicità ed entra nel naso con tutto il suo entusiasmo. Buonissimo, saporito.

3) Rosato - sono un rosso ma non ditelo in giro. Rosso smorzato. Non posso ancora credere (tempo fa ho bevuto il Sant'Isidoro di Maria Pia Castelli) ai rosati industriali che ho a volte bevuto e, ovviamente, rifiutato nella mia vita.
4) Bianco Anfora 2014 - spremuta di terracotta. A nome era il mio preferito, catturato come sono dal mito che mi viene raccontato dagli amici più esperti sulle anfore (qualcuno ha detto Gravner?). Ecco: buonissimo, a tratti estasiante. Però mi è parso un po' breve, ma forse è una cosa che va solo a gusto. Ammetto che aver percepito (all'olfatto e leggermente al gusto) l'anfora mi ha illuminato. Sono cose, eh!
5) Bianchetto - crescendo in zafferano. Altra botta di allegria. Trebbiano vivo (e vegeto!). Intorno a me tutti avvertono lo zafferano. Io riesco a sentirlo al fondo del calice. Felice e contento. Piacevolissimo.