sabato 22 novembre 2014

28 anni e grazie

grazie a tutti, soprattutto ai Bee Gees, ai Vigili del Fuoco, all'alternanza delle targhe pari e dispari, a mio cugino Alfredo, al passato che è appassito, al passito che si è abbassato, alla mescolanza degli idiomi, a chi sta imparando nuovi idioti e a chi li sta impalando, a chi sorriderò, a McAuly Culkin o come cazzo si scrive, al fabbro del quartiere, all'Uomo Tigre, al colore indaco, ai creatori di True Detective, ai detrattori di Interstellar, all'insensata condizione dell'essere umano o non essere umano, ai Bon Jovi, a Bobo Vieri, alla nazionale italiana di tiro con il fischio, ai miei insegnanti.
Soprattutto grazie alle vostre mamme.

mercoledì 19 novembre 2014

OST4Reading #2. Dylan Dog, 136, Lassù qualcuno ci chiama + Travis, Side (The Invisible Band, 2001) (Videoclip Choise #20 Inside)

A distanza di due anni ripropongo una piccola rubrica del mio blog.
Con OST4Reading voglio abbinare due opere che in qualche maniera riescono a miscelarsi, "come se a nostra insaputa i due (o più) autori si fossero messi d'accordo per creare un'opera unica lasciando a noi il piacere di ricomporla." (autocit.).
Il presupposto è ovviamente la colonna sonora, quindi una canzone che per qualche motivo mi evoca il clima di qualcosa che ho visto, letto, sentito. 
In questo caso voglio incollare una canzone a un fumetto, in particolare l'albo 136 "Lassù qualcuno ci chiama" di Dylan Dog, dove l'Indagatore dell'Incubo è costretto ad andare a Llangwntffrwd, un paese del Galles, per indagare sulla scomparsa della piccola Eilidh Jones.
Durante l'indagine Dylan Dog conosce Humbert Coe (che già solo dal nome dovrebbe ricordarvi qualcuno...), esperto studioso delle lingue del mondo ingaggiato dagli scienziati di Skyhear per decifrare un messaggio arrivato dallo spazio. I due stringono una piccola amicizia, sono "stranieri" tra gli orgogliosissimi gallesi, e inevitabilmente si ritrovano sulle tracce del medesimo percorso.

Non voglio dilungarmi per non svelarvi lo svolgimento e il finale di una delle storie che ho più amato di Dylan Dog. Una storia intelligente, evocativa, educativa, una delle tante gemme dei primi 150 numeri del mio fumetto italiano preferito. Mi basta però dirvi che "Side" dei Travis è ciò che musicalmente più sento "proprio" durante la lettura di questo albo. 

La canzone evoca "qualcuno che ci guarda là sopra", un incipit che già da solo può riflettere il titolo dell'albo finora citato. Il resto della canzone, soprattutto nel ritornello ("...tutti viviamo sotto lo stesso cielo, tutti vivremo e tutti moriremo, non c'è giusto, non c'è sbagliato, il cerchio ha un solo lato..."), rispecchia molte opinioni di Juliet, la mamma di Eilidh, la quale non si rassegna al ritrovamento della figlia e che continua a dire a Dylan che "non siamo altro che figli del mondo, perché i confini non sono altro che segni geografici". Un inno all'unione quindi, che trova campo anche nelle parole di Coe il quale è alla ricerca della "lingua madre", quella che c'era prima della Terra di Babele, monumento mitico che segna la divisione degli uomini dopo l'eterna unione iniziale.

E poi è sufficiente vedere il videoclip della canzone (una piccola gemma, fidatevi) per accorgervi quanto queste due opere possano essere accostate.

SPOILER!
P.S.: Il finale dell'albo di Dylan Dog lo guardo anche immaginandomi in sottofondo il Main Theme di Interstellar (film che per la cronaca amo). La distanza che c'è tra Juliet e Eilidh è in qualche modo simile alla distanza che c'è tra Cooper e i suoi figli.


Must See #34. Italstellar (Inception s.r.l.)



Non c'è bisogno di spiegare niente. C'è solo da applaudire.
Regia, fotografia, perfino vfx. E tanto humor, ben dosato, per nulla scontato e vero.
Davvero complimenti. Ottima realizzazione.

domenica 16 novembre 2014

Must See #33. Christmas is sharing (Rattling Stick, Ringan Ledwidge - Sainsbury's official christmas 2014 ad)



Quando lo spot diventa un cortometraggio che narra una vicenda storica realmente accaduta è stupefacente, meraviglioso e sublime.
Quando questo spot è realmente uno spot, quindi:
a) pubblicizza un brand
b) pubblicizza un prodotto
allora ha centrato l'obiettivo.
Quando questo spot lancia anche un messaggio universale allora siamo di fronte al capolavoro.
Assoluto.

Certo: questo spot dev'essere girato bene. Lo dò per scontato.

Che meraviglia.

sabato 15 novembre 2014

Mi piacciono le persone.

Sono così socievole che per lavarmi mi faccio il bagno di folla. 

Low battery.

‪Philae‬ va in standby, batteria scarica.
La prossima volta spegnete il 3g, cazzo.

Must See #32. Provaci ancora Chermiti!



Calcio di rigore: lo tiri, segni, esulti.
Fermi tutti. L'arbitro ordina una nuova esecuzione. "Troppa gente in area", dice, "Troppi amici tuoi in area", ti sta dicendo.
Calcio di rigore. Il portiere ha uno strano ghigno.
Pazienza. Parti. Tiri.
Quel maledetto intuisce e para.
Calci sulla ribattuta, improvvisi una specie di acrobazia.
E quel maledetto rimbalza sulle proprie reni e prende anche quella.
Allora vaffanculo, ti rialzi da terra saltando sul tuo culo e colpisci di testa in tuffo.
E' la volta buona.
Portiamoci a casa sto 0-2 alla mezzora.
Dai, dai, dai, dai...
E poi sbuca il difensore che salva tutto.
In rovesciata.
In rovesciata. Sulla linea.
Cazzo. Quello non azzecca rovesciate nemmeno in spiaggia con i figli e oggi diventa l'eroe di Aarau.
Ed è successo tutto in 10 secondi.

mercoledì 5 novembre 2014

Signorini si nasce. Anche merde, se è per questo.


"(...) il Ministro, con il marito Mario Gianani, si concede una... pausa di piacere."
Forse qualcuno comprerà qualche Moncler in meno.
Ma son certo che nessuno comprerà qualche Chi in meno.
Perché?
Perché non ci piacciono le oche spennate ma ci piacciono le donne che fanno i pompini.
Prima il gossip era masturbazione, ora è la masturbazione a essere gossip.
Non vedo l'ora che Chi pubblichi un reportage su gente che caga. Ovvero sui propri "giornalisti".

martedì 4 novembre 2014

Festa delle Forze Armate (#FreeMarcoTonus inside)


(by Marco Tonus il quale, grazie a qualche benpensante che si è offeso per questa vignetta, è stato bannato per qualche giorno su facebook)

domenica 2 novembre 2014

Fredric Brown - La risposta (1954)

Con gesti lenti e solenni, Dwar Ev procedette alla saldatura, in oro, degli ultimi due fili. Gli occhi di venti telecamere erano fissi su di lui e le onde subeteriche portarono da un angolo all’altro dell’universo venti diverse immagini della cerimonia.
Si rialzò, con un cenno del capo a Dwar Reyn, e s’accostò alla leva dell’interruttore generale: la leva che avrebbe collegato, in un colpo solo, tutti i giganteschi computer elettronici, di tutti i pianeti abitati dell’universo – novantasei miliardi di pianeti – formando il supercircuito da cui sarebbe uscito il supercomputer, un’unica macchina cibernetica racchiudente tutto il sapere di tutte le galassie.
Dwar Reyn rivolse un breve discorso a tutti gli innumerevoli miliardi di spettatori. Poi, dopo un attimo di silenzio, disse: “Tutto è pronto, Dwar Ev.”
Dwar Ev abbassò la leva. Si udì un formidabile ronzio che concentrava tutta la potenza, tutta l’energia di novantasei miliardi di pianeti.
Grappoli di luci multicolori lampeggiarono sull’immenso quadro, poi, una dopo l’altra, si attenuarono.
Dwar Ev fece un passo indietro e trasse un profondo respiro.
“L’onore di porre la prima domanda spetta a te, Dwar Reyn.”
“Grazie” disse Dwar Reyn. “Sarà una domanda a cui nessuna macchina cibernetica ha potuto, da sola, rispondere”.
Tornò a voltarsi verso la macchina.
“C’è, Dio?”
L’immensa voce rispose senza esitazione, senza il minimo crepitio di valvole o condensatori.
“Sì: adesso, Dio c’è.”
Il terrore sconvolse la faccia di Dwar Ev, che si slanciò verso il quadro comando.
Un fulmine sceso dal cielo senza nubi lo incenerì, e fuse la leva inchiodandola per sempre al suo posto.

Colgate.

Gita in un ridente paesino brianzolo popolato da soli dentisti.
Colgate.