domenica 26 febbraio 2012

In fiamme

Sai,
prima di poterti ricordare
ricordo di non averti mai dimenticato.
E ogni giorno
non dimentico di ricordarti.
Sai?

Converso e conservo,
con versi di versi,
la carezza che non ti riesce di trattenere.
Istinto in un istante
mai estinto.

Ora.
Scenderò da qui e andrò
fino là in fondo,
dove c'è il parco.
Senza pretese,
senza pretesti.
Guarderò il bordo della città,
dove si appoggia un po' scomodo il cielo.
Mi infilerò nel bar
dove ti ho sempre trovata.

E prima che tu possa
annegare il desiderio
nel bicchiere bastardo
ti proteggerò col bacio
che ti metterà
in pace
col mondo.






mercoledì 22 febbraio 2012

Arcade Fire, Keep The Car Running (Neon Bible, 2007) - Traduzione.

Dedicata #Achisoio#.


Keep the car running.

Ogni notte il mio sogno è lo stesso,
la stessa vecchia città con un nome diverso,
loro non son venuti per portarmi via
non so perché ma so che qua non posso rimanere.

C'è un peso che mi schiaccia a terra,
a tarda notte puoi sentire il suono,
perfino il rumore che fai quando dormi,
non si può attraversare a nuoto un fiume così profondo.

Conoscono il mio nome perché gliel'ho detto,
ma loro non sanno né dove né quando
sta arrivando.
Quando sta arrivando.

C'è questa paura che mantengo nel profondo,
conosco il suo nome da quando ho cominciato a parlare.


Conoscono il mio nome perché gliel'ho detto,
ma loro non sanno né dove né quando
sta arrivando.
O quando,
ma sta arrivando, mantieni la macchina in corsa.

Se alcune sere io non torno a casa,
per piacere non pensare che ti ho lasciata sola,
lo stesso posto in cui devo andare quando loro muoiono,
non puoi scalare una montagna così alta,
la stessa città in cui vado quando dormo,
non si può attraversare a nuoto un fiume così profondo.

Conoscono il mio nome perché gliel'ho detto,
ma loro non sanno né dove né quando
sta arrivando.
O quando,
sta arrivando?
Mantieni la macchina in corsa,
mantieni la macchina in corsa,
mantieni la macchina in corsa.




giovedì 16 febbraio 2012

Foo Fighters - Everlong (The Colour And The Shape, 1997) - Traduzione

Copertina dell'album The Colour And The Shape
Everlong è il secondo singolo estratto dal secondo album dei Foo Fighters, The Colour And The Shape (1997). Dave Grohl la scrive sotto il Natale del 1996, tra la prima e la seconda sessione di registrazione (in tre quarti d'ora dice la leggenda), durante quello che è il periodo più nero della sua vita. A causa del divorzio dall'(ex) moglie Jennifer Youngblood non ha più accesso al conto bancario della coppia e deve chiedere ospitalità ad alcuni amici per poter dormire. Come se non bastasse, i Foo Fighters sono sull'orlo dello scioglimento: William Goldsmith e Pat Smear provano meno fiducia nel gruppo.
Dave riesce a metabolizzare questa serie di eventi negativi trasformandoli nell'energia positiva necessaria alla registrazione dell'album, che risulta un successo (tra gli altri singoli Monkey Wrench e My Hero).

Consiglio vivamente la visione del videoclip, diretto da Michel Gondry, regista, tra gli altri, di Eternal Sunshine of the Spotless Mind.


mercoledì 15 febbraio 2012

coitempichescorrono. 14 Febbraio. ventunoeuro e cinquantaquattrocentesimi.

Questo è il primo corto prodotto da "coitempichescorrono", il nuovo progetto creato da me e due cari amici, Sami El Kelsh e Antonio Gualano, coi quali sto intanto producendo un altro cortometraggio in stop motion.

Buona visione, gradito qualsiasi commento.

Se il lavoro ti piace oppure vuoi solo delle informazioni (o magari, ben vengano, delle proposte) puoi contattarci per qualsivoglia motivo:
- coitempichescorrono@gmail.com

Oppure seguici su twitter!

14 Febbraio. ventunoeuro e cinquantaquattrocentesimi.




martedì 7 febbraio 2012

Indagine su due cittadini al di sotto di ogni sospetto. Una storia verosimile. Terza parte di un racconto sperimentaloide.


Primo giorno
Secondo giorno
TERZO GIORNO
Titanio e acciaio possono non andare d'accordo. Son metalli, certo. Fanno rima, certo. Ma non per forza devono condividere la stessa struttura. Anche il solo pensiero di sfiorarsi potrebbe convincerli a fondersi ognuno per i cazzi propri. Ma non romperti la testa, no. Non puoi pretendere di trovare una ragione, un motivo, una causa a tutto. Non si sopportano. Non c'entrano le molecole. La fisica lasciala a casa. La chimica riportala in cantina. Tutto quello che hai risolto in passato, antipatie, inimicizie, tradimenti, dimenticalo. Perché non ti serve a un cazzo. Non ce l'hanno, ma quei due non si sopportano a pelle. Hai mai provato a immaginare che il titanio abbia una pelle? Oppure l'acciaio? Tutto ha uno scheletro ma quasi nient'altro ha una pelle. Affibbiamo ossa e cartilagine a qualsiasi cosa che ricordi una struttura portante. Poi abbiamo carrozzerie, guaine, vernice. La casa non ha una pelle. Nemmeno un ponte. E se credi nella scienza pura, allargandone i confini fino ai comportamenti e agli atteggiamenti, torna a casa. Qua non ti vogliamo. No. Vattene. Se lo straordinario è solo il sinonimo di "pazzesco", "incredibile", vattene. Straordinario è qualcosa fuori dall'ordinario. Semplice. Attieniti alle parole che pronunci.

mercoledì 1 febbraio 2012

Quindici anni dopo. (bozza)


Si erano lasciati dopo la maturità. Tornati in città a settembre non si erano nemmeno accorti di essersi scivolati via, come il sudore del sole dell'estate appena trascorsa separati, con l'unico contatto di qualche messaggio sul cellulare dal forte sapore di circostanza. Lasciati, sì. Non erano fidanzati, nemmeno innamorati. Anzi, innamorati sì. Perché quando si è così amici non si può che amare l'altro. I migliori amici sono i fidanzati con cui non fai l'amore. Una sottile e opportuna differenza. Tornati, dicevo. Lui in banca, lei università di farmacia. Lui opportunista e calcolatore fino al midollo, bisognoso di quello stipendio per potersi iscrivere alla scuola di teatro di Londra l'anno dopo. Lei appassionata per il soccorso, empatia trasudante, indole chimica.
Lui. Calcolo votato all'improvvisazione.
Lei. Improvvisazione votata al calcolo.
Lasciati.
Tornati.
Innamorati. Quanto? In cinque anni, due banchi inseparabili, nessuna relazione importante, qualche sigaretta, tanti bei voti e nessun sesso. E fantasie frenetiche su dove saremo tra due anni. Tra cinque. Tra dieci. E vedersi ancora insieme, al tavolino del bar, bottiglia di vino e bicchieri sempre pieni.
Attore e Ricercatrice farmaceutica.
Ci chiameremo. Non smetteremo mai. Testimoni di nozze. Padrino. Madrina. I miei figli dovranno chiamarti zio. I miei figli dovranno chiamarti zia.
Essere inconsapevolmente l'amore della vita dell'altro. Chiamarsi per scegliere il taglio di capelli. Stringersi di fronte alla bellezza dei film in bianco e nero. Qualche concerto insieme. E ridere di quelli che ridono di noi. Che non possono capire. Che ci invidiano. Perché stiamo dimostrando al mondo che uomini e donne possono essere amici. Per la pelle. Per la vita.
E allora cosa successe quell'estate?
Perché abbiamo smesso di sentirci? Perché ci è passata la voglia di farlo?
Dove siete finiti?
Che ne è stato delle vostre vite?
Tutti quei progetti, tutti quei sogni. Finiti nel macero delle delusioni da cancellare? Il trauma che il terapista cercherà di sistemare e che testardi rinnegherete fino in punto di morte?